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La carrozzina è rotta e lei è caduta, ma cambiarla è un'odissea

La carrozzina è rotta e lei è caduta, ma cambiarla è un'odissea

L'appello di una 32enne: "Un dispositivo sicuro è un diritto'

BOLOGNA, 12 marzo 2024, 14:17

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

La carrozzina indispensabile per muoversi tutti i giorni è vecchia e danneggiata, ha perso pezzi ed è diventata pericolosa. Già due volte una 32enne della provincia di Modena è caduta e si è fatta male e così a inizio 2023 si è attivata chiedendo all'Ausl un intervento di manutenzione o sostituzione, come le spetterebbe per legge. Ma ha faticato ad avere risposte, nonostante telefonate ed email.
    Esasperata, ha deciso di rivolgersi ad un avvocato e ora racconta, soprattutto per sensibilizzare su un tema che coinvolge tanti: "Fortunatamente la mia famiglia mi ha aiutato ad ordinare una carrozzina nuova, mio padre ripara e sistema le parti quando si rompono e quando serve le abbiamo acquistate. Ma non è giusto che chi non può muoversi in autonomia venga trattato così. Come me molti hanno diritto ad avere un dispositivo funzionante e sicuro, ma la mia esperienza racconta che non si riescono ad avere risposte in tempi utili e quando le si ha sono burocratiche e fanno cadere le braccia", dice.
    Il problema è che la pratica è rimasta ferma a lungo: la "valutazione" del problema, cioè di una carrozzina fornita cinque anni fa, usurata tanto da essere ormai inutilizzabile, è durata mesi. Ma la 32enne ne ha bisogno per spostarsi, lavorare, vedere gli amici, fare volontariato, andare in vacanza. Senza, rischia di rimanere bloccata in casa. Lo scorso anno, dopo che a causa del distacco di una ruota era caduta, ha dovuto rinunciare alle ferie. All'Ausl ha chiesto un risarcimento di 10.000 euro per i danni e lo stres per l'attesa e l'angoscia di veder ulteriormente limitate le proprie attività quotidiane, facendo notare la violazione di obblighi ma anche la lesione di diritti essenziali.
    L'Ausl però, attraverso il proprio ufficio legale, ha respinto la richiesta. L'azienda sanitaria ha sostenuto, tra l'altro, di non essere riuscita in alcune occasioni a mettersi in contatto con la 32enne, di non aver avuto informazioni sulla caduta, oppure, in un altro caso, di non aver avuto i ricambi richiesti disponibili in magazzino. "Sono stremata da questa battaglia, una persona in carrozzina non può essere costretta a combattere in questo modo", dice la giovane donna.
   

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