Ha vinto la coppa Italia di
eccellenza femminile il 'Foggia women 1987', squadra di calcio
che da giugno 2023, dopo 37 anni di assenza, è tornata a giocare
grazie alla passione di un gruppo di ragazze e alla volontà di
un dirigente "con lo spirito di don chisciotte". Ma la gioia per
la conquista del trofeo e il conseguente accesso alle fase
nazionale rischia di essere cancellata dallo spauracchio di
chiudere subito i battenti. Alfredo Troisi, dirigente
responsabile della comunicazione e ispiratore della rinascita
del movimento calcistico femminile a Foggia, evidenzia che la
squadra va avanti "grazie al contributo di pochi sponsor e al
fatto che il personale tecnico non percepisca emolumenti così
come non li percepiscono le giocatrici, ragazze dai 18 ai 47
anni. Molte di loro hanno trovato nello sport una valvola di
sfogo alle difficoltà che alcune di loro vivono da tempo".
Il dirigente spiega che la squadra non ha un campo su cui
allenarsi e lo fa su quello di un istituto scolastico - non
idoneo per il calcio a 11 - che comporta per la società un costo
di 800 euro mensili. Per non parlare delle sfide di campionato
casalinghe: "Siamo stati costretti a peregrinare per i campi
della provincia per l'assenza di strutture a Foggia, problema
atavico della nostra città - dice ancora il dirigente -. Per le
gare in trasferta dobbiamo affittare un mezzo di trasporto che
ci costa tra i 500 e i 600 euro a partita".
Per Troisi, "quello che può essere ribattezzato come un vero
e proprio fenomeno sociale, in una terra alquanto complessa come
lo è la provincia di Foggia, rischia di dissolversi come neve al
sole se dalle istituzioni continuerà il silenzio. Mi appello a
loro affinchè questa bella realtà non scompaia nel silenzio
assoluto".
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