La lode non è un diritto, nemmeno
per lo studente che si laurea con 110 e un'ottima tesi e dopo un
percorso di studi ineccepibile, ma resta "un'eccezione" che
rimane nella discrezionalità della commissione esaminatrice. A
stabilirlo è una sentenza del Tar della Lombardia che ha
respinto il ricorso di un laureato in Scienze filosofiche che
nel 2022 ha conseguito il titolo alla Statale di Milano con 110
su 110 ma, appunto, senza lode.
Il neo-dottore ha prima presentato un ricorso interno,
rigettato dal rettore, e poi si è rivolto al Tar che il 22
febbraio scorso lo ha ritenuto "infondato nel merito". Il
laureato rimproverava tra l'altro alla commissione un "difetto
di motivazione" del verbale in quanto "privo di giustificazioni
in ordine alla mancata attribuzione della lode".
L'ex studente ha sostenuto di aver soddisfatto "tutti i
parametri" su carriera accademica, tesi e discussione finale e
che gli "eventuali errori ortografici e grammaticali presenti
nel lavoro non avrebbero dovuto essere considerati, in quanto
affetto da dislessia, discalculia e disortografia certificate".
"Una eccellente carriera accademica, una brillante tesi e
una encomiabile discussione sono le condizioni per il
conseguimento di una votazione massima di 110 su 110 - hanno
ricordato i giudici del Tar - ma non possono essere considerate
il lasciapassare per l'attribuzione della lode" che è invece "un
riconoscimento a carattere premiale, che la norma espressamente
qualifica come 'eventuale'". E la decisione dei docenti, in
questo caso, di non assegnarla, ha concluso il Tar dando ragione
alla Statale, "non deve essere motivata".
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