Prima l'avvistamento radar, poi il riconoscimento ottico e, infine, la fase più delicata, quella dell'abbattimento. Il comandante di Nave Duilio, il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, racconta con contezza quanto accaduto ieri nelle acque antistanti lo Yemen quando un drone Houthi ha puntato per la prima volta contro una nave italiana.
La tensione dell'area meridionale del Mar Rosso è palpabile, gli equipaggi delle navi militari sono in allerta, così come quello del cacciatorpediniere italiano che, a breve, guiderà la flotta della missione europea Aspides. "Noi siamo pronti", ha ribadito oggi il comandante, "aspettiamo solo il via libera del Parlamento". Ma ora, in mare, l'attenzione è tutta rivolta verso la minaccia terroristica dei ribelli yemeniti. Ieri sei colpi del cannone di prora dritta hanno mandato in frantumi il drone degli Houthi, e oggi a bordo l'aria che si respira è quella di chi sa che "questa non è un'area no-risk, ma anzi una conflict zone".
Una zona dove da mesi volano i razzi e i siluri degli Houthi. Armi che, fino a un paio di settimane fa, avevano come bersaglio solo le imbarcazioni 'nemiche' di Usa e Regno Unito ma che, una volta approvata a Bruxelles l'operazione Aspides, hanno deciso di estendere il raggio anche agli scafi europei. "Per il momento non abbiamo indicatori che segnalano ulteriori attacchi in corso o in vista - spiega il comandante -, non stiamo scortando in maniera ravvicinata alcun mercantile".
Da febbraio, però, il Duilio ha protetto 14 navi in quel tratto di mare sul quale transita gran parte dell'economia italiana. "In questo momento - continua il capitano di vascello - siamo in missione di vigilanza, in assetto di prontezza più elevato della navigazione normale". "C'è una valutazione importante del rischio - racconta - ma siamo addestrati per questo. Questa prontezza mantenuta per periodi prolungati è faticosa e per questo vorrei fare un plauso al mio personale. Un ringraziamento anche alle loro famiglie, che vorrei rassicurare. Stiamo tutti bene, l'equipaggio è composto da professionisti altamente concentrati e formati. Fanno bene il loro lavoro e io sono orgoglioso di essere il loro comandante. L'azione di ieri non è stata l'azione di un comandante, ma di un intero gruppo coeso". A tirare su il morale ci sono anche le decine di mail e lettere di ringraziamento che i marittimi inviano a Nave Duilio che li accompagna verso Suez. "Le leggiamo all'interfono - spiega il comandante Quondamatteo -, l'equipaggio si emoziona sentendo le parole di ringraziamento. Da figlio di marittimo, mi sento vicino a quelle persone perché ho vissuto quello che vivono ogni giorno le loro famiglie". Ora però è tempo di tornare in plancia di comando, sotto lo sguardo attento dell'ammiraglio Stefano Costantino che, forse già dalla prossima settimana, proprio dal Duilio guiderà la nuova missione Aspides.
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