Amelia (nome di fantasia) è cresciuta in Germania a Francoforte, da una famiglia greca. Ad un certo punto decide di tornare nella patria dei genitori e si stabilisce a Salonicco, dove vive per sedici anni. Una laurea, un lavoro, gli amici, una vita da single fino a che su una app di dating non conosce un uomo, un italiano che vive ad Atene. Iniziano a frequentarsi e lei si trasferisce nella capitale. Dopo pochi mesi lui le chiede di andare a Roma con lui perché ha trovato un lavoro.
“Già c’erano dei segnali - racconta Amelia -, gli avevo detto che sarei andata a Salonicco a prendere le mie cose e poi lo avrei raggiunto in Italia, ma lui non mi ha lasciato andare e alla fine sono partita subito con lui in macchina. Mi ricordo in nave mi chiedevo: ‘Ma dove sto andando?’”.
È il 2014 e nel 2016 si sposano. In questi due anni Amelia fa fatica a riconoscere bene i segnali, ma ci sono. “Avevo fatto una vita lunga da sola, non ero abituata alla coppia, quindi mi sembrava che dovevo imparare, sforzarmi un po’”. Ma proprio perché è sempre stata abituata a cavarsela da sola e ad essere libera, Amelia mal sopporta il comportamento del compagno. “Decideva tutto lui, poi si arrabbiava se non facevo come diceva lui. Io allora minacciavo di andarmene e lui, dopo poco, veniva da me dicendomi: ‘scusa ti amo’. E iniziava tutto da capo”.
La storia di Amelia è, purtroppo, una storia come tante. Quando rimane incinta però diventa tutto più difficile: lui lavora molto poco, non riesce a tenere un impiego per più di qualche mese, lei è in maternità e la convivenza serrata rende tutto più teso. E quando nasce il figlio, nel 2017, iniziano le botte.
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