"Nessuno nasce nel corpo sbagliato.
No alle linee guida transgender dell'Oms". E' il testo dello
striscione esposto a Ginevra, in Svizzera, davanti alla Sede
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità da Pro Vita &
Famiglia. "Abbiamo portato con noi la voce di oltre 50mila
cittadini preoccupati che - sottolinea Jacopo Coghe, portavoce
di Pro Vita & Famiglia onlus - hanno già firmato la nostra
petizione per dire stop al documento che sarà redatto da un
gruppo di lavoro dell'Oms e che influenzerà le politiche
sanitarie italiane e globali".
"Visto quello che sta accadendo in questi giorni con
l'ospedale Careggi di Firenze, proprio sulla transizione di
genere per i bambini - prosegue - siamo ancora più preoccupati
per la possibile redazione e eventuale successiva adozione in
Italia di queste linee guida dell'Oms che nulla hanno a che fare
con la salute dei nostri giovani, ma sono solo indicazioni
intrise di ideologia. Chiediamo pertanto al Governo italiano, in
qualità di membro dell'Oms, di intervenire sulla composizione di
questo comitato e di bloccare la redazione delle linee guida".
Coghe ricorda che "oltre tre quarti dei cosiddetti esperti
della Commissione sono attivisti transgender, ideologicamente
orientati verso l'approccio affermativo e che spingono per la
transizione ormonale dei bambini. Inoltre, nonostante l'Oms,
anche grazie alle nostre pressioni, abbia chiarito di voler
escludere da questo documento i minori, il linguaggio resta
ancora troppo vago, lasciando spazio a interpretazioni
pericolose per l'accesso alle terapie di transizione,
soprattutto per i giovani tra i 18 e i 25 anni. Questo
approccio, infatti, favorisce il drammatico 'contagio sociale'
già in atto in bambini con disforia di genere i cui casi sono in
aumento esponenziale negli ultimi anni".
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