"Alla responsabilità penale di
Giacomo Bozzoli convergono sempre tutti i diversi itinerari
probatori che si intendono percorrere". Lo scrive la Corte
d'assise d'appello di Brescia nelle 154 pagine di motivazioni
della conferma della condanna all'ergastolo nei confronti di
Giacomo Bozzoli, 39 anni, ritenuto l'omicida dello zio Mario,
l'imprenditore di Marcheno, in Valtrompia, svanito nel nulla
nella sua fonderia l'8 ottobre 2015.
"Converge anzitutto la verifica del luogo e dell'ora in cui
l'imputato è risultato trovarsi rispetto al luogo e all'ora in
cui si trovava Mario Bozzoli al momento della sua scomparsa"
scrivono i giudici. "Converge - spiegano - la verifica volta
all'individuazione della persona che avrebbe potuto disporre di
quella somma in contanti che risulta sia stata consegnata a
Giuseppe Ghirardini che collaborò quantomeno alla distruzione
del corpo di Mario Bozzoli".
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