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Iniziativa per i medici di Gaza, le sagome non ci sono ancora

Iniziativa per i medici di Gaza, le sagome non ci sono ancora

I promotori a Rimini: "Andiamo avanti, non facciamo politica"

RIMINI, 30 gennaio 2024, 16:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le sagome non sono ancora visibili e non è stato deciso quando lo saranno. Dopo la presa di posizione della Lega, che ha annunciato un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Orazio Schillaci, anche sul ruolo della Regione e dopo la risposta del direttore generale dell'Ausl Romagna, Tiziano Carradori, l'iniziativa 'Rimini4Gaza' è stata presentata dai suoi ideatori, Jonathan Montomoli, Claudia Serraiocco e Giovanni Giuliani. Medici dell'ospedale Infermi di Rimni, che hanno già raccolto l'adesione di 14 colleghi ai quali probabilmente si uniranno altri nei prossimi giorni.
    L'iniziativa, che sta facendo discutere, è semplice: posizionare sul pavimento dei luoghi di passaggio dell'ospedale, sagome che rappresentino i cadaveri di sanitari uccisi a Gaza, ma anche in tutti conflitti della terra. "Vogliamo sensibilizzare le persone perché sappiano che tutti siamo in pericolo quando si bombardano gli ospedali", ha detto il dottor Montomoli, dirigente medico dell'Unità Operativa Anestesia e Rianimazione, uno dei promotori. "E' un tema etico, è un tema umanitario ed è un appello alla pace", ha anche sottolineato Kristian Gianfreda, assessore alle Politiche per la salute e sociali del Comune di Rimini presente in segno di solidarietà ai sanitari riminesi. "Questa iniziativa è un moto del cuore che ha spinto medici italiani a solidarizzare con tutti i colleghi che stanno perdendo la vita nei conflitti in atto". E' anche "una questione di diritto alla salute che non deve venire meno neanche durante le guerre".
    Il caso è emerso quando la sera del 12 gennaio per provarne la "calpestabilità" è stata stesa a terra in spedale una delle sagome. "Erano le 22 ed eravamo a fine turno - ha spiegato il dottor Montomoli - la mattina successiva alle 7 la sagoma era stata rimossa. Non da noi. La persona che ha rimosso l'installazione, ha fatto le foto e dopo 15 giorni le ha rese pubbliche. Ma noi andiamo avanti, non facciamo politica e non rispondiamo alle polemiche".
   

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