Il Consiglio comunale di Osimo
(Ancona) si attivi per la revoca della cittadinanza onoraria
conferita nel 1924 a Benito Mussolini. A chiederlo è la
vicesindaca Paola Andreoni, dopo la scoperta dello storico
locale Massimo Morroni, pubblicata in "Diario Osimano
1915-1945": "dagli archivi comunali è spuntato fuori che nel
1924 in Osimo, a pochi giorni dal rapimento e poi barbara
uccisione da parte della polizia segreta fascista del
parlamentare socialista Giacomo Matteotti - racconta Andreoni -,
la giunta comunale guidata dal neo sindaco, conte Piero Gallo,
incurante del grave fatto politico decide, nella seduta
consiliare dell'8 luglio 1924, di conferire (approvata con voto
unanime) la cittadinanza onoraria osimana a 'S.E. Benito
Mussolini'.
Un riconoscimento al Duce che, seppur dopo 100 anni, appare
oggi imbarazzante e motivo di vergogna per la nostra città"
sottolinea Andreoni.
"Credo che il nostro comune, in base ai principi della
Costituzione in cui si riconosce, debba farsi promotore della
revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini - insiste
-. Anche perché quella scelta di conferire la cittadinanza a
Mussolini non è stata attribuita con un atto spontaneo
dell'allora comunità osimana, ma sicuramente suggerita dagli
organi prefettizi, come avvenuto in molti altri Comuni italiani,
rispondendo ad un piano di propaganda fascista indirizzata al
culto del Duce. Revocare oggi la cittadinanza osimana a
Mussolini - ribadisce Andreoni - vuol dire cancellare
un'onorificenza ad un dittatore che fece della violenza, del
razzismo elementi fondanti del regime, eliminando la democrazia,
conducendo l'Italia in una disastrosa guerra, alleandosi con il
regime nazista per perseguire un suo farneticante disegno
criminale anche durante la Repubblica Sociale Italiana,
macchiandosi di orrendi crimini, violenze di ogni genere" in
danno di partigiani e di osimani e osimane "morti per la
libertà".
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