Oltre 500 persone si sono riunite
a Firenze per commemorare la figura di Daisaku Ikeda, maestro
buddista, filosofo e presidente onorario della Soka Gakkai,
scomparso a Tokyo il 15 novembre scorso. In suo onore si è
svolta una cerimonia di omaggio nazionale nel Salone dei
Cinquecento a Palazzo Vecchio.
Ikeda, è stato ricordato, ha dedicato la sua vita alla
promozione dei valori di pace, dialogo e comprensione reciproca
e la sua eredità è viva nei 100mila fedeli di questo movimento
buddista laico in Italia. Ikeda ha visitato l'Italia otto volte,
nel 1981 arrivò per la prima volta a Firenze e nel 2007 il
sindaco Leonardo Domenici attribuì a Ikeda il Sigillo della pace
e nel 2017 il Consiglio comunale di Firenze gli conferì la
cittadinanza onoraria.
Alla commemorazione è intervenuto Dario Nardella, sindaco di
Firenze per il quale "ricordare il maestro Ikeda oggi non
significa solo ricordare il grande pensatore, filosofo, maestro
e guida spirituale ma anche ricordare un uomo la cui dedizione
concreta a promuovere la pace è stata una potente costante
durante tutta la sua vita".
Alberto Aprea, presidente dell'Istituto Buddista italiano
Soka Gakkai, ha evidenziato il "suo instancabile impegno per la
pace" con il quale "ha sempre cercato di costruire ponti di
amicizia e fiducia in ogni parte del mondo, contrastando le
forti correnti dell'isolamento e della divisione, spesso
recandosi proprio lì dove l'impresa di abbattere i muri
dell'incomprensione sembrava più difficile". Per Massimo
Introvigne, direttore del centro studi sulle Nuove religioni,
"nessuno ha fatto quanto Daisaku Ikeda per annunciare al mondo
che il buddhismo non è una religione asiatica, ma universale".
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