La Cgil di Genova ha deciso "di non
costituirsi parte civile nel processo per i presunti falsi
report su ponti e gallerie genovesi, impropriamente denominato
Morandi-bis". "Le considerazioni che hanno indotto la nostra
Confederazione a tale decisione - spiega una nota - sono tutte
di merito sindacale e quindi non debbono essere intese come una
indebita intrusione nell'ambito giudiziario né una valutazione,
di alcun tipo e in alcun modo, sulla complessa indagine e prove
che la Procura di Genova ha raccolto e presentato ai Giudici a
sostegno delle accuse".
"Il sindacato degli edili di CGIL, la Fillea CGIL, e noi non
possiamo che concordare, parte dalla constatazione che i
lavoratori coinvolti affermano di aver operato seguendo in
maniera pedissequa la manualistica operativa aziendale,
codificata sia da Aspi che da Spea e mai oggetto, per quanto a
loro noto, di eventuali contestazioni o implementazioni da parte
del Ministero dei Trasporti, concedente della rete autostradale
in questione e controllore dell'operato delle concessionarie;
essi quindi secondo quanto sostenuto dai rispettivi difensori e
dal punto di vista quindi dell'organizzazione del lavoro,
avrebbero professionalmente ottemperato a quanto loro
richiesto".
"Pur quindi nel più assoluto rispetto dell'attività
d'indagine della Procura (e di pieno apprezzamento per quanto
essa indubbiamente ha svolto nella faticosa ricerca delle
responsabilità per le vicende note) la Confederazione, rispetto
a questo specifico procedimento e correlative ipotesi di accusa,
ritiene di attendere l'esito del processo penale e riservarsi
quindi di valutare, a valle di ciò, ogni iniziativa eventuale
anche in relazione all'indubbio grande rilievo sociale,
lavorativo ed economico che i fatti in esame oggettivamente
assumono per l'intera collettività, evitando, in questa fase
assolutamente iniziale del procedimento stesso, di costituirsi
parte civile".
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