La difesa di Paolo Bellini, l'ex
di Avanguardia Nazionale condannato in primo grado all'ergastolo
per la strage di Bologna, ha depositato i nuovi di appello a due
settimane dall'inizio del processo di secondo grado, sostenendo
di aver trovato la prova che l'uomo ripreso in stazione la
mattina dell'attentato, il 2 agosto 1980, e identificato dall'ex
moglie Maurizia Bonini come l'ex terrorista reggiano sarebbe in
realtà un'altra persona.
Gli avvocati Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti avrebbero
infatti individuato un fotogramma a sostegno della loro tesi
estrapolato dal video girato in stazione dal turista Harald
Polzer, di cui i due legali hanno chiesto e ottenuto
dall'Archivio di Stato "la copia analogica della copia analogica
estratta dall'originale". Capitella e Fiormonti ricordano che
nel processo di primo grado, la Procura generale ha sostenuto
che la scena in cui compare l'uomo identificato come Bellini
sarebbe stata girata una decina di minuti dopo l'esplosione
della bomba, che scoppiò alle 10.25. Per i legali, però, nel
video appare sul primo binario, dietro all'anonimo, una signora
che indossa al polso un orologio che "segna le ore 13.15".
Questo dato, secondo i difensori, rappresenta una "conseguenza
di enorme e decisiva importanza, perché tale orario risulta
incompatibile con l'arrivo di Paolo Bellini a Rimini in uno
qualsiasi degli orari indicati dalla ex moglie. Non è
compatibile con le ore 10.30-11 indicate all'udienza del 21
luglio 2021", né "con le ore 11.30-12", indicate sempre dalla
donna.
Secondo la difesa, quindi, è "verosimile e plausibile che
Paolo Bellini, alle ore 13.15, era in auto con la moglie, la
figlia Silvia, il figlio Guido e la nipote Daniela in viaggio
verso il Passo del Tonale o addirittura in un ristorante o
trattoria per consumare il pranzo, come ha ripetuto più volte in
dibattimento la teste Maurizia Bonini". Da qui la convinzione
che "la presenza dell'anonimo alla stazione di Bologna sul primo
binario alle ore 13.15, in base all'ora segnata sull'orologio
della signora anonima, privi di ogni valore probatorio il
riconoscimento operato da Maurizia Bonini".
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