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'Cauti su notizie e nomi indagini', faro sulle procure 

'Cauti su notizie e nomi indagini', faro sulle procure 

Monitoraggio annunciato da Delmastro, da verifiche esiti diversi 

16 gennaio 2024, 18:58

di Lorenzo Attianese

ANSACheck

Andrea Delmastro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Delmastro -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Andrea Delmastro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arrivano i riflettori del governo sui pubblici incontri di investigatori e magistrati con i giornalisti e - presto - anche sul nome delle inchieste prevedendo, in caso di violazione, anche riflessi sul piano disciplinare.

Sono già tredici le procure italiane sottoposte ai controlli dell'ispettorato del ministero in merito alla nuova normativa che regola la presunzione di innocenza, comprese le indicazioni sulle conferenze stampa, affinché siano un'estrema ratio e sempre autorizzate dai procuratori.

Gli esiti degli accertamenti - sottolineano ambienti del sottosegretario Delmastro - sono stati "diversi" a seconda degli uffici giudiziari, man mano esaminati dall'ispettorato del ministero secondo un calendario ordinario che riguarderà progressivamente tutte le sedi, senza distinzione. Ad annunciare alla Camera le attività del monitoraggio è lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, rispondendo a un'interpellanza del parlamentare di Azione Enrico Costa. Il provvedimento, introdotto dall'ex ministro Marta Cartabia recependo la direttiva Ue del 2016, prevede disposizioni che da tempo ormai sollevano polemiche per il rischio di censura nei confronti della libera informazione, paventato in primis dai settori dell'informazione. Sotto la lente di ingrandimento sono già finiti gli uffici di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino ma il monitoraggio, che non avviene dunque per selezione, riguarderà man mano tutte le altre città. "Intendiamo garantire la presunzione d'innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia", ha detto Delmastro ribadendo la "necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni" e ricordando le "innovazioni normative" introdotte, "tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo", ha detto il sottosegretario ricordando anche un decreto del 2021 secondo il quale il pm "mantiene personalmente o tramite persona incaricata i rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa". Delmastro ha quindi ricordato come si ampli "l'obbligo di vigilanza del pm anche sui brogliacci" e si stabilisca "il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi" vietando che si indichino "i loro dati". Nel mirino finirà anche "la deprecabile prassi di assegnare denominazioni alle inchieste e se tali denominazioni fossero compatibili con il principio di presunzione d'innocenza": il caso citato in Aula da Costa nella sua interrogazione è il termine 'Banda Bassotti', evocato come esempio di denominazione di un procedimento che non tutela il principio della presunzione d'innocenza dell'indagato. Questo tipo di dati nello specifico, ha avvertito Delmastro, non sono in possesso dell'ispettorato generale "perché nessuno ha ancora attivato una richiesta in questo senso", ma l'intenzione è quella di estendere il monitoraggio anche a questi aspetti. Si aggiungeranno dunque nuove disposizioni, che viaggiano di pari passo con quegli emendamenti definiti dall'opposizione 'legge bavaglio' e approvati qualche settimana fa alla Camera sul divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare.

 

 

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