Torna a parlare della possibilità
del terzo mandato, il governatore della Campania, Vincenzo De
Luca. Ribadisce la sua posizione, quella di dare la parola ai
cittadini, e chiama in causa la legge la cui interpretazione sta
alla base di tutto, la numero 165 del 2004.
Oggi a margine della conferenza stampa indetta per annunciare
la decisione di denunciare il ministro Fitto per il blocco dei
fondi di sviluppo e coesione, rispondendo ad una domanda sulla
proposta di legge della Lega sul terzo mandato, ha risposto:
"Noi andremo avanti perché non abbiamo recepito la vecchia legge
nazionale. Da quando la recepiremo scattano i due mandati quindi
noi andremo avanti nei secoli dei secoli".
La legge 165 all'articolo 2 elenca i "principi fondamentali"
che le Regioni devono recepire nel disciplinare i casi di
ineleggibilità dei propri vertici, tra questi la "previsione
della non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo
mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto
a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa
regionale adottata in materia". Qui si apre il 'dibattito':
secondo alcuni il no al terzo mandato sarebbe immediatamente
vincolante in quelle regioni i cui statuti abbiano optato per
l'elezione a suffragio universale e diretto del presidente della
Giunta, secondo altri, invece, il principio statale rimarrebbe
improduttivo di effetti "finché non sia recepito dalla
legislazione elettorale regionale". La Regione Campania ad oggi
non ha recepito la legge nazionale.
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