Un gruppo di cittadini, tra cui
figurano anche alcuni palestinesi residenti a Napoli, ha
presentato una denuncia alla Procura di Roma accusando tutti gli
Stati firmatari della Convenzione sul genocidio del 1948 di
avere violato l'articolo 1 del trattato. La Convenzione per la
prevenzione e la repressione del delitto di genocidio è stata
sottoscritta da 41 stati il 9 dicembre del 1948 a New York.
Nella denuncia ora all'attenzione degli inquirenti viene
sottolineato infatti che, in base a quella convenzione, uno
Stato ha l'obbligo di prevenire il genocidio quando viene a
conoscenza dell'esistenza di questa eventualità. E, evidenzia il
documento, "non vi è alcun dubbio che lo Stato italiano sia a
conoscenza dello sterminio/massacro in atto nei confronti dei
civili palestinesi".
Pertanto, si legge, "l'Italia ha il dovere giuridico oltre
che morale di attuare ogni mezzo che possa avere effetto
deterrente su coloro che sono sospettati di preparare il
genocidio, o ragionevolmente sospettati di avere intensione
specifiche".
Le omissioni dell'Italia sono anche riconducibili, a parere
dei sei denuncianti, anche al comportamento adottato quando "si
è astenuta dal votare la risoluzione presentata all'Assemblea
generale dell'Onu con cui si chiedeva la tregua immediata". Per
questo e per altre ragioni i sei denuncianti - Omar Suleiman,
Alessio Sica, Luisa Guarro, Carlo Luglio, Arifeh Suleiman e
Giulia Musciacco - assistiti dal penalista Sergio Pisani,
chiedono all'ufficio inquirente della capitale di accertare "se
sussiste da parte dello stato italiano e degli altri stati
firmatari la violazione dell'articolo 1 della convenzione" sul
genocidio del 1948.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA