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Falcone: figlio Schifani, è un giorno che ha segnato l'Italia

"Io vi perdono ma vi dovete inginocchiare" disse tra le lacrime la vedova Schifani 31 anni fa. Oggi è andata avanti e ha fatto i conti con il suo passato: "Ho perdonato perché voglio stare bene con me stessa"

"Per me il 23 maggio è il giorno del ricordo, è il giorno in cui io e l'Italia intera ricordiamo il gesto ultimo, estremo di mio padre, del giudice Falcone e dei colleghi della scorta. E' un giorno che ha segnato ovviamente noi famigliari ma che ha segnato l'Italia intera". Lo ha detto il figlio di Vito Schifani, Antonio Emanuele, alla Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia, nel 31/o anniversario della strage di Capaci, nella quale morì suo padre, agente della scorta del giudice Falcone.

Antonio Emanuele, 31 anni, aveva quattro mesi quando morì il padre. Oggi è un capitano della Guardia di finanza e presta servizio in provincia di Udine. "Mi sembrava il modo migliore per portare avanti" il nome di mio padre, spiega, "colpito anche da quelle parole ormai famose del giudice Falcone che diceva che 'bisogna seguire i soldi per arrivare a combattere la criminalità organizzata'. Chi meglio della Gdf a questo punto può seguire i soldi?". Ricordando le parole della madre Rosaria, quando disse 'Io vi perdono però vi dovete mettere in ginocchio', Antonio Emanuele sottolinea: "Quelle sono le parole del popolo siciliano, non sono soltanto le parole di mia madre, quelle sono le parole che albergano nel cuore soprattutto de siciliani ma mi permetto di estenderlo al resto d'Italia"

"Ho perdonato perché voglio stare bene con me stessa". Così ha detto Rosaria Costa, la vedova dell'agente Vito Schifani, madre di Antonio Emanuele, ospite stamani a Pescara ad una manifestazione organizzata dall'Assessorato alle Politiche sociali del Comune e dall'Associazione "Prossimità alle Istituzioni". Sono passati 31 anni, dunque, da quella tragedia e dal suo memorabile discorso ai funerali delle vittime di Capaci: "Io vi perdono ma vi dovete inginocchiare" disse tra le lacrime. A distanza di tanto tempo, con un figlio da crescere, oggi Emanuele Schifani è un brillante agente della Guardia di Finanza, e dopo una dura battaglia, vinta, contro una malattia, Rosaria è una donna serena che ha fatto i conti con il suo passato: "Sono molto credente - dice - e questo mi aiutato a perdonare chi ha distrutto la mia vita, ma l'ho fatto soprattutto per una mia pace interiore".
    Alla manifestazione "Capaci di...giornate di legalità", tenutasi oggi a Pescara, Rosaria Costa si è detta ben felice di fare la sua testimonianza davanti a centinaia di ragazzi delle scuole superiori: "Non credo si possa mai sconfiggere la Mafia - dice ancora Rosaria - ma trovo fondamentale parlare ai ragazzi di questi argomenti perché abbiamo il dovere d'insegnare loro a scindere tra il bene e il male." 
   

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