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Maltempo in Emilia Romagna, nubifragi ed esondazioni: due le vittime

Scuole chiuse, treni fermi e circa 500 evacuati nel Ravennate. Il Cdm dichiara lo stato di emergenza nella Regione

Dopo mesi di siccità, una quantità di pioggia in 48 ore che non ha precedenti ha gonfiato fino alla tracimazione i fiumi in pianura e provocato frane e smottamenti in montagna e collina. L'ondata di maltempo che ha travolto in due giorni l'Emilia-Romagna, soprattutto nell'area a cavallo delle province di Bologna e Ravenna, ha provocato due vittime mentre circa 500 persone hanno dovuto lasciare le proprie case per precauzione o per sfuggire alla furia delle esondazioni. Alcuni argini si erano già rotti ieri, ma è stato nella notte che la situazione si è aggravata con l'intensificarsi delle precipitazioni.  Il Cdm ha deliberato lo stato di emergenza per l'Emilia Romagna in seguito ai nubifragi che hanno colpito la regione. "Il governo sta operando con la massima prontezza - sottolinea Musumeci - d'intesa con la Regione, per fronteggiare una grave situazione di pericolo per l'incolumità delle persone e l'evacuazione di numerose famiglie a causa di esondazione di corsi d'acqua, allagamenti, movimenti franosi e danneggiamenti alle infrastrutture viarie, ad edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica ed alla rete dei servizi essenziali".



E nonostante la protezione civile si fosse mossa per tempo, diramando un'allerta rossa mirata precisamente sulle zone dove poi ci sono stati i problemi, ci sono state le due vittime. A Castel Bolognese, uno dei paesi più colpiti in provincia di Ravenna è morto Remo Bianconcini, 80 anni, che si trovava in bicicletta lungo gli argini del Senio, in una zona interdetta. Travolto dalla piena è, probabilmente, morto annegato. A Fontanelice, invece, sulla collina imolese, una frana ha travolto la casa di Enrico Rivola, 74 anni, il cui corpo è stato ritrovato sotto le macerie. Inizialmente si pensava che potesse esserci un'altra persona con lui, individuata però in un'altra abitazione poco dopo il ritrovamento del corpo dell'anziano.

 

Circa 500 persone sono state evacuate, alcune delle quali a scopo precauzionale, altre perché si sono ritrovate con i piani inferiori delle case inagibili. In molti centri sono stati allestiti, fra palestre e palazzetti dello sport, dei punti di accoglienza che però sono rimasti in gran parte vuoti visto che la stragrande maggioranza delle persone che abitano nelle aree più vicine ai fiumi ha trovato ospitalità da parenti e amici. In molte zone le scuole sono rimaste chiuse. Gli allagamenti hanno fermato i treni e portato alla chiusura di molte strade. 

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Il problema ha riguardato soprattutto gli affluenti del fiume Reno che costeggia Bologna e sfocia nell'Adriatico e che come il suo vicino maggiore, il Po, da mesi è ai minimi storici di portata. Una situazione che, visto come sono andate le cose, ha probabilmente evitato guai ben peggiori. Sotto stress sono andati i suoi affluenti, soprattutto nella loro parte finale: i grafici della protezione civile mostrano dei picchi di crescita mai visti in così poco tempo del Senio, del Sillaro, del Lamone (che sfocia in Adriatico vicinissimo al Reno) e di altri fiumi.

In centinaia evacuati nel Ravennate

 Nell'arco di 24 ore sono passati da una soglia di quasi siccità al superamento del livello di guardia. "Sono caduti più di 140 millimetri di acqua, circa un quinto di quello che normalmente è la media nazionale, un valore davvero importante su un territorio già provato da mesi di siccità e che ha creato un'importante via di scorrimento" ha spiegato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, arrivato in Emilia Romagna per fare il punto con le autorità locali dopo la firma da parte del ministro Nello Musumeci sul decreto che dispone la mobilitazione straordinaria del sistema nazionale di protezione civile e stanziare i primi fondi. 

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In alcuni casi si sono rotti gli argini, in altri i fiumi sono tracimati. Nella maggior parte dei casi allagando aree rurali e zone golenali, in alcuni casi raggiungendo cascinali e le aree periferiche di centri abitati più grandi come Faenza. L'allerta rossa è stata estesa anche alle prossime ore anche se il fatto che non siano più previste precipitazioni lascia sperare in una rapida soluzione dell'emergenza. Ora il rischio sono le frane. "Nelle prossime ore - dice ancora Curcio - ci sarà l'abbassamento dei livelli dell'acqua e dunque dovremo attenderci fenomeni di tipo idrogeologico. Dobbiamo monitorare con attenzione" la situazione. Alcuni fiumi, soprattutto quelli più vicini all'Adriatico, rimangono in una fase di piena e di grande attenzione, mentre quasi tutti gli altri sono ritornati sotto il livello di guardia, anche se gli argini hanno sofferto molto. Poi comincerà la conta dei danni, che riguarda anche la città di Bologna, dove a esondare è stato un canale sotterraneo che ha portato alla chiusura di via Saffi. La Regione è già al lavoro per chiedere lo stato d'emergenza e dal Governo è arrivata la garanzia di un aiuto, con Giorgia Meloni che ha subito espresso la sua solidarietà e vicinanza.

Personale e mezzi Anas impegnati in Emilia Romagna

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