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Università: partiti i test per l'accesso a Medicina, 80mila gli iscritti

Schillaci, "più posti ma nessun stop al numero chiuso, la vera carenza è tra gli infermieri". Le proteste degli studenti

Sono iniziati i nuovi test per l'accesso a Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria, i cosiddetti Tolc Med. La nuova prova, completamente computerizzata, potrà essere ripetuta due volte, durante questa sessione, fino al 22 aprile, e durante quella di luglio, dal 15 al 25. Ogni candidato disporrà di due tentativi.

In ogni giornata saranno almeno tre i turni per le prove, due al mattino e una di pomeriggio. Gli iscritti alle prove sono quasi 80 mila. I posti a disposizione - i dati sono però ancora provvisori - sono quasi 15mila per Medicina, quasi 14mila per Odontoiatria, 1.082 per Veterinaria. La novità è che possono partecipare al test, oltre ai diplomati, anche i ragazzi degli ultimi due anni delle superiori. 

Schillaci, "Più posti ma nessuno stop al numero chiuso a Medicina"

"Ci sarà un allargamento del numero programmato a Medicina ma non un superamento del numero chiuso. Già da quest'anno il numero di iscrivibili aumenterà del 20-30%". Così il ministro della salute Orazio Schillaci a Tg1 Mattina. Tuttavia, ha affermato, "la vera carenza, che non è solo italiana, è sugli infermieri; sui medici abbiamo una gobba pensionistica, ma in realtà non mancano così tanti medici. Verrà aumentato il numero degli iscritti a Medicina ma i risultati si vedranno tra 6-8 anni". Quindi, "dobbiamo agire per far tornare i medici nel pubblico rendendo più attrattivo il Ssn. Sugli infermieri stiamo cercando soluzioni". 

Le reazioni degli studenti

Gli studenti dell'Udu, l'Unione degli universitari, saranno davanti al ministero dell'Istruzione e, fino al 22 aprile, agli ingressi di diversi atenei italiani in occasione dei test di accesso a Medicina e Veterinaria. "Contestiamo il modello sbagliato dei numeri programmati nazionali e locali! Abbiamo scelto la data del 13 Aprile, data di inizio dei test di ingresso più rilevanti per impiego di risorse, numero di giovani impegnati e impatto sulla società: quest'anno in 80mila parteciperanno ai test d'accesso ai Corsi di studi in Medicina e chirurgia e in Veterinaria. Consideriamo l'attuale sistema di accesso alla conoscenza e alla formazione come lesivo del diritto di studio. L'unica motivazione per mantenere l'attuale sistema è quello di non investire nell'istruzione universitaria. Quest'anno contestiamo con ancora più forza l'irrazionalità di un sistema che si affida ai TOLC-Med e ai TOLC-Vet, determinando le graduatorie con criteri non predeterminati e conoscibili con chiarezza dai candidati. Come Udu e Rete degli Studenti Medi domandiamo che lo Stato stanzi adeguate risorse per superare, dopo quasi venticinque anni, l'impianto della Legge 264/1999. Crediamo che un'altra università, aperta e inclusiva, sia possibile", concludono.

Anche il Codacons commenta le affermazioni del ministro della salute Orazio Schillaci sull'aumento del numero programmato a Medicina che non prevede però un superamento del numero chiuso. "Una occasione persa per il Governo e per migliaia di studenti che ogni anno non riescono ad accedere alla facoltà di medicina presso le università italiane" - continua. "Aumentare del 20% il numero di posti iscrivibili non può essere la soluzione al problema delle difficoltà di accesso alle facoltà di medicina - afferma il presidente Carlo Rienzi - Basti pensare che lo scorso anno, a fronte dei 14.740 posti messi a disposizione nelle università italiane, gli iscritti ai test di ammissione sono stati ben 65.378. I test di accesso servono oramai solo a riempire le casse degli atenei, e sono dannosi per il paese e per il sistema sanitario dal momento che in Italia si assiste da tempo ad una grave carenza di medici, come dimostrato di recente dall'emergenza Covid. L'intero sistema del numero chiuso è obsoleto, inutile, e lesivo dei diritti degli studenti, comportando tra l'altro uno spreco di milioni e milioni di euro considerate le spese che devono affrontare i candidati per sostenere le prove nelle varie città e per la preparazione ai test di ingresso" - conclude Rienzi.

Due candidati su tre sfrutteranno il doppio tentativo. Il sondaggio di Skuola.net 

Il nuovo test d'ingresso per i corsi di laurea di Medicina e Odontoiatria non convince però tutti gli aspiranti "camici bianchi", anche se la maggior parte di loro tenterà due volte la prova. A segnalarlo è una rilevazione di Skuola.net effettuata su 650 studenti di quarto e quinto superiore che vorrebbero intraprendere la carriera medica dopo il diploma.

Tra i maturandi, ad esempio, ben 2 su 3 - sempre tra coloro interessati a questi corsi di laurea - parteciperanno alle prove di selezione previste da domani al 22 aprile. E una quota di adesione simile (67%) si riscontra tra gli studenti del quarto anno, che però si andranno a distribuire tra le due finestre previste quest'anno; infatti, che in base alla riforma ci sarà un secondo test a fine luglio. Tuttavia, concentrandosi sugli alunni di quinto superiore, l'imminente esame di Stato non ha permesso a tutti di impostare un'adeguata preparazione: oltre la metà di loro, infatti, si presenterà alle selezioni di aprile per non gettare al vento la doppia chance offerta loro dal ministero (47%) oppure per prendere le misure al nuovo questionario (così per il 14%).

Qualcuno che ci andrà determinato già da ora, però, ci sarà: sono circa 2 maturandi su 5, che negli ultimi mesi hanno dichiarato di aver privilegiato lo studio per i test d'ingresso rispetto a quello per l'imminente Maturità. Basti pensare che, tra loro, la stragrande maggioranza (80%) si sta preparando dallo scorso anno: il 19% da quattro-sei mesi, il 32% da sette-nove mesi, il 29% grossomodo da almeno dodici mesi. Fortunatamente per questi ultimi, insieme alla riforma il ministero dell'Università e della Ricerca ha dato un netto impulso agli atenei affinché organizzassero corsi di orientamento e preparazione. Tra coloro che si sono impegnati a dovere per l'appuntamento, ben 4 su 10 hanno sfruttato questa opportunità.

Una quota che avrebbe potuto essere ben più alta, visto che 1 su 4 ha preferito seguire altre strade, mentre 1 su 10 non sapeva che gli atenei svolgessero corsi del genere. L'alternativa su cui si è fatto più affidamento sono i libri specifici per i test, seguiti dai corsi di preparazione erogati da soggetti privati. Metodi differenti tra loro che, però, hanno condotto un'ampia fetta delle ragazze e dei ragazzi alle prese col nuovo modello di questionario, verso la medesima convinzione: era meglio il vecchio test d'ingresso, quello somministrato fino allo scorso settembre. La pensa così il 40% dei diretti interessati di quinta superiore che non solo parteciperanno ma lo faranno essendosi preparati a dovere. Solamente un terzo (33%) promuove la struttura del nuovo test. Tutti gli altri (27%), invece, attendono di svolgere quello ufficiale per sbilanciarsi. La maggior parte di chi non parteciperà alla sessione di aprile ha preso questa decisione proprio in considerazione dell'altro grande appuntamento in arrivo nei prossimi mesi: la Maturità. Tra gli "assenti", oltre 1 su 2 ha voluto dare la priorità all'esame di Stato per poi concentrarsi sul test; tanti altri (36%) hanno invece voluto evitare soprattutto di andare a perdere tempo, prendendosi ancora qualche settimana per affinare la preparazione. Ma c'è anche chi (10%) non parteciperà banalmente perché si è "distratto" e non ha fatto in tempo a iscriversi. 

 

 

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