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Napoli-Eintracht, Piantedosi: "Le violenze impongono riflessioni sulle contromisure"

Otto gli arresti dopo gli incidenti

Feriti tra le forze dell'ordine, danni ingenti alla città - non solo materiali, ma anche d'immagine - una guerriglia urbana che ha terrorizzato tutti: quando Napoli è ancora sotto choc per la giornata di follia appena trascorsa, continua a tenere banco la polemica sulla sicurezza: l'opposizione - da M5s ai Verdi, passando per Azione - chiede conto al ministro Piantedosi, definito "inadeguato". Ma il titolare del Viminale rivendica alle forze di polizia di aver agito con "competenza, equilibrio e concretezza" e di aver "evitato il peggio". Sulla stessa lunghezza d'onda, il capo della Polizia, Lamberto Giannini, sottolinea "l'equilibrio" grazie al quale sono state evitate "ben più gravi conseguenze". La domanda che ricorre è: lo scempio poteva essere evitato? Di fronte a quello che in molti definiscono un "disastro annunciato" anche il prefetto di Napoli fa capire che le cose potevano andare perfino peggio: "abbiamo scongiurato scontri tra i tifosi", dice. Ma per capire le cause non basta analizzare quanto è successo ieri. Il primo aspetto, infatti, riguarda l'arrivo dei tifosi tedeschi. Al netto della questione dei biglietti - alla fine vietati ai tifosi di Francoforte con un provvedimento del prefetto, validato in seconda battuta dal Tar - la questione è quella dell'ingresso in Italia di persone la cui pericolosità era stata ben evidenziata nei rapporti di polizia. E dunque, la trasferta si poteva impedire? "No", afferma l'Associazione nazionale funzionari di polizia, con il suo portavoce Girolamo Lacquaniti. "Non c'è, al momento - dice a Radio 24 - nessuno strumento giuridico che limiti lo spostamento dei cittadini di altri paesi della Comunità europea nel nostro paese. L'autorità amministrativa può vietare la vendita di biglietti, ma se 600-1000 tedeschi decidono che vogliono muoversi verso l'Italia non abbiamo, a meno che non si blocchino le frontiere Schengen, nessuno strumento giuridico che ci legittimi a bloccarli". Lo stesso prefetto Claudio Palomba è netto sul punto: "Nonostante il divieto di vendita i tifosi potevano circolare. Alla polizia non restava che controllare e monitorare. Ed è quello che è stato fatto". Ora, dunque, il problema è quello delle contromisure. E lo evidenza lo stesso ministro Piantedosi quando richiama la necessità di "una rinnovata riflessione sugli strumenti da mettere in campo per evitare il ripetersi di simili episodi". 

Posto dunque che la questione è prima di tutto normativa - e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis invoca una legge anti-violenza nel calcio 'alla Thatcher' - la polemica a Napoli si è spostata soprattutto sulla gestione della piazza. La difesa d'ufficio dell'apparato di sicurezza l'ha sostenuta per primo il prefetto Palomba che ha ringraziato le forze dell'ordine per essere riuscite "a evitare il momento di contatto tra le due tifoserie". "Il corteo di ieri dei tedeschi - ha spiegato Palomba - non è stato fermato dalla polizia, è stata una scelta. Era un corteo di persone non armate, se avessimo fermato il corteo e fossero andati in giro gruppi di 30-50 persone sarebbe stato più difficile controllarli. Non c'è stato contatto tra le due tifoserie, ci sono stati tentativi di sfondamento ma nessuno si è fatto male tra tedeschi e napoletani e questo è il primario interesse, la tutela delle persone". Intanto è al vaglio degli investigatori la posizione di oltre 400 ultrà tedeschi identificati tra ieri e questa mattina. Mentre fonti investigative avvertono che alcuni degli ultrà dell'Eintracht potrebbero essere rimasti in Italia e vorrebbero raggiungere Bergamo per incontrarsi con gli ultrà dell'Atalanta, con cui sono gemellati, in occasione della partita contro l'Empoli di sabato prossimo alle 18.

 

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