Si è aperto a Nuoro, ma è stato
subito rinviato al 27 gennaio prossimo, il processo a carico di
Marco Palumbo, il padre di Paolo, lo chef di 24 anni di Oristano
malato di Sla per le cui cure era stata promossa una raccolta
fondi ritenuta "ingannevole" dall'accusa. Tra il 2019 e il 2020,
la storia umana di Paolo aveva fatto il giro del mondo, sia per
la sua presenza a Sanremo che per l'incontro col Papa e il
presidente Mattarella, ma anche per le tante iniziative che
aveva messo in piedi, tra cui il faccia a faccia all'Expo con
Barack Obama.
Al padre del giovane viene contestata la truffa continuata
legata ai falsi contatti con il medico israeliano Dimitrios
Karoussis, che avrebbe dovuto somministrare al figlio una
innovativa terapia genetica dal nome Brainistorm, e per aver
fatto credere al neurologo Vincenzo Mascia, che seguiva il
24enne, che il professionista israeliano aveva inserito Paolo in
un trattamento sperimentale. Una terapia molto costosa, secondo
Marco Palumbo si aggirava intorno a un milione di euro, che
aveva convinto il genitore ad aprire una sottoscrizione
inducendo diverse persone a fare cospicue donazioni. Il
crowdfunding avviato sulla piattaforma GoFundMe aveva portato
alla raccolta su Poste Pay intestata a Paolo Palumbo di 150mila
euro. Fondi che la famiglia, una volta emersi i primi dubbi
sull'utilizzo, aveva dichiarato che avrebbe restitutito.
Le indagini sono partite dalla denuncia del neurologo Mascia
e sono state condotte dalla Polizia postale di Oristano, ma il
fascicolo si è poi spostato a Nuoro poiché il conto corrente
usato per le donazioni era stato aperto nel capoluogo
barbaricino. Difeso dagli avvocati Gianfranco Siuni e Mario
Gusi, Marco Palumbo dovrà ora spiegare in un'aula di giustizia,
davanti alla giudice Luisa Rosetti, come sono andate le cose.
Diverse le parti offese che si potrebbero costituire in
giudizio: dal neurologo Mascia ad alcuni sottoscrittori della
raccolta fondi.
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