Venerdì si svolgerà lo sciopero
generale dei sindacati di base sul tema 'Se non ora quando'
contro "una politica e un'economia di guerra" che "taglia salari
e diritti" con manifestazioni a Milano, Roma, Messina, Palermo,
Catania, Cagliari, Torino, Bologna, Venezia, Firenze, Pisa,
Torino, Genova, La Spezia, Reggio Emilia, Trieste, Bergamo, e
Taranto oltre a diverse altre città.
I principali concentramenti si terranno nella Capitale (piazza
della Repubblica, dalle 10.30) e nel capoluogo lombardo (largo
Cairoli, 9.30).
Fra i promotori della protesta, a vari livelli, Cub, Sgb, Usi
Cit, Cobas, Unicobas, Adl, Usi, Si Cobas e Slai Cobas.
"La guerra va fermata - sottolinea il segretario nazionale
della Cub, Walter Montagnoli -. E' una vergogna per il suo
carico di morti e feriti, di devastazione, di rifugiati, di
disperazione, di crisi alimentare e di altre catastrofi. Allo
stesso tempo spalanca le porte a una pesante crisi economica che
sarà sostenuto da lavoratori, pensionati, studenti, giovani,
disoccupati, malati".
"A causa dell'aumento dei prezzi dei prodotti energetici e di
molte materie prime, la produzione industriale sta rallentando,
accelerando le contrazioni già registrate a inizio anno -
continua Montagnoli -. Con forte riduzione del potere di
acquisto. Il Governo Draghi aumenta le spese militari fino al 2%
del Pil: la spesa della Difesa passerà da 25 a 38 miliardi di
euro tagliando sanità, scuola, trasporti pubblici, edilizia
popolare e ovviamente pensione e salari".
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