La Procura di Napoli ha chiuso le indagini, nei confronti di 46 persone, riguardanti i violenti scontri anti lockdown avvenuti a fine ottobre 2020 a Napoli vicino alla sede della Giunta regionale della Campania, ai quali presero parte, secondo quanto emerse dagli accertamenti, ultrà, commercianti, componenti frange estremiste e persone ritenute legale alla criminalità, anche organizzata.
Il pool di magistrati istituito dal procuratore Giovanni Melillo e composto dai sostituti procuratori Celeste Carrano, Luciano D'Angelo, Danilo De Simone e Antonello Ardituro, ha delegato alle forze dell'ordine la notifica degli avvisi di conclusione indagini, tra gli altri, a Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, indagato insieme con altri esponenti dello stesso movimento come il responsabile provinciale Nicola Trisciuoglio e il coordinatore regionale Ciro Andretti, nella veste di istigatori e promotori degli scontri "attraverso un pubblico appello diffuso sui social media, inneggiando alla sollevazione sanitaria ed auspicando che 'sia Napoli la prima scintilla della rivoluzione'".
Da questa attività investigativa è scaturito un altro filone investigativo, confluito in quello degli scontri, relativo ai presunti illeciti per la realizzazione di una statua dedicata a Diego Armando Maradona. In questo filone risultano tra gli indagati gli ex assessori comunali di Napoli Eleonora De Majo, Giovanni Pagano e Ciro Borriello e l'ex assessore della terza municipalità Egidio Giordano.
RETTIFICA - ROMA, 10 apr 2022 - In relazione alla notizia più in alto riportata, l'avvocato Marika La Pietra, nell'interesse di Giovanni Pagano, ha precisato che nei riguardi di quest'ultimo "non è stata levata alcuna contestazione dalla Procura" e, inoltre, che Pagano "non è mai stato raggiunto da 415 bis c.p.p. né udito a s.i.t. per i suesposti fatti e, dunque, in alcun modo coinvolto negli accadimenti riportati".
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