Cinque immobili sequestrati
alla criminalità organizzata a Reggio Emilia ospiteranno cinque
famiglie (per una quindicina di persone complessivamente) in
difficoltà abitativa. Un'azione resa possibile da un accordo
siglato dal Comune reggiano e dal tribunale di Bologna, con
l'obiettivo di dedicare le strutture a finalità sociali, in
ottemperanza con quanto prevede la normativa antimafia in
materia di beni confiscati.
Si tratta di cinque appartamenti, dai 60 ai 120 metri
quadrati di superficie - sottoposti a misura di prevenzione
nell'ambito del processo Aemilia contro la 'Ndrangheta e quindi
tolti dalla disponibilità degli intestatari - concessi con un
contratto di comodato d'uso gratuito al Comune che potrà
utilizzarli a partire dal primo marzo (facendosi carico delle
utenze e degli oneri di manutenzione ordinaria), esclusivamente
per finalità istituzionali o sociali a tempo indeterminato, in
attesa dell'eventuale confisca definitiva e del passaggio
all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
"La nostra scelta del Comune è quella di dedicarli per
ospitare famiglie in condizioni di disagio socio-abitativo e in
necessità di avere alloggi ponte in attesa di collocazioni
definitiva in altri appartamenti - ha detto stamattina in
conferenza stampa il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi - Ci
auguriamo che possano avvenire ulteriori iniziative in questo
senso". Presente anche Filippo Salvardi, dottore commercialista
e amministratore giudiziario dei beni in oggetto del tribunale
di Bologna, il quale ha commentato: "Credo che questa iniziativa
sia nel pieno spirito del codice antimafia. Assegnare questi
beni richiede un lavoro giuridico complesso, stiamo lavorando ad
una mappatura delle confische, in modo da favorire una più
proficua collaborazione con le istituzioni per la rimessa di
essi nel circuito della legalità".
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