Con una sentenza pubblicata
mercoledì 12 il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in
appello dell'Eni Rewind Spa (ex Syndial) ritenendo che si stata
accertata la responsabilità sull'inquinamento della falda
acquifera dell'area di del carbondotto a Porto TorreS (Sassari),
"sulla base di un approfondita istruttoria e di un iter
argomentativo decisamente plausibile, con una motivazione
puntuale ed articolata".
"Dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato,
che segue e conferma quella del Tar Sardegna del 2020, non ci
sono più dubbi: la responsabilità dell'inquinamento dell'area di
Porto Torres è in capo all'Eni. La pazienza è terminata e non è
più accettabile attendere ulteriormente: l'azienda di Stato deve
provvedere immediatamente al risanamento dell'area - dice il
presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.
"Il tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità è
durato troppi anni - aggiunge - La Regione Sardegna ora
pretende il ripristino ambientale e la messa in sicurezza di
quel territorio del Nord Sardegna, che ha fin troppo atteso e
sofferto per quel disastro ambientale. Se ci fosse stato ancora
qualche dubbio, ora è finalmente assodato che il principio 'chi
inquina paga' non conosce alcuna eccezione". "Inoltre - aggiunge
il presidente Solinas - è opportuno precisare che la Regione non
ha neanche potuto costituirsi in giudizio perché non era stato
impugnato alcun atto regionale. Si trattava invece di atti della
Provincia di Sassari, che aveva ordinato il ripristino
ambientale sulla base dei rilievi tecnici realizzati
dall'agenzia regionale Arpas, e del Comune di Porto Torres. Si
era, comunque, costituito in entrambi i gradi di giudizio il
Ministero dell'Ambiente".
"Dopo le bonifiche, sarà il momento di vedere realizzati i
progetti di riconversione, legati alla chimica verde, in un
quadro già tracciato negli accordi con l'azienda di Stato, e che
fino ad ora sono stati disattesi", conclude il Presidente della
Regione.
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