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Regeni, il gup di Roma: nuove ricerche degli imputati

Verifiche da svolgere in Italia e affidate al Ros

 Un coinvolgimento diretto del Governo nella ricerca degli imputanti con l'obiettivo di potere arrivare ad un processo per l'omicidio di Giulio Regeni. L'ufficio gup del Tribunale di Roma, recependo sostanzialmente le richieste della Procura, chiede all'Esecutivo di entrare nella partita giudiziaria con l'Egitto attivandosi affinché i quattro 007 accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del ricercatore friulano, avvenuto al Cairo nel 2016, vengano "ufficialmente" informati del procedimento a loro carico. Parallelamente il gup Roberto Ranazzi, davanti al quale è tornato il procedimento dopo la decisione dei giudici della III corte d'Assise che il 14 ottobre scorso hanno annullato il decreto di rinvio a giudizio, ha affidato ai carabinieri dell'antiterrorismo del Ros nuove ricerche dei quattro, da effettuare dall'Italia. I carabinieri, nel tentativo di accertare il luogo di residenza e di lavoro degli imputati, potranno analizzare banche dati delle forze dell'ordine, elenchi telefonici, social network ma anche raccogliere informazioni attraverso fonti confidenziali.

Il giudice ha, inoltre, inviato gli atti al Governo per verificare in primo luogo se ci sono state novità nei rapporti con le autorità egiziane dopo la decisione della corte d'Assise e eventuali esiti della rogatoria inoltrata al Cairo nell'aprile del 2019, quella in cui venivano richiesti gli indirizzi degli imputati. Ultimo punto, il giudice ha chiesto all'Esecutivo se esistono attualmente i margini per una "interlocuzione" con le autorità nordafricane. Si tratta di un'attività ad ampio spettro che dovrà concludersi entro l'11 aprile, data della nuova udienza fissata dal giudice per le udienze preliminare. Tra tre mesi il gup farà il punto della situazione e in caso di stallo o ricerche infruttuose disporrà una nuova rogatoria da trasmettere al ministero della Giustizia con l'obiettivo di notificare l'avviso di fissazione dell'udienza agli imputati.

Sul punto la Procura, per bocca dell'aggiunto Sergio Colaiocco, ha chiesto al gup di prendere in considerazione la possibilità di procedere in via diretta, attraverso consolato, e non diplomatica. Nel corso dell'udienza sono intervenuti anche i difensori degli imputati che hanno chiesto la sospensione del processo, appellandosi a quanto scritto dai giudici dell'Assise nel provvedimento di annullamento e cioè che gli imputati "non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale". In aula presenti i genitori di Regeni, anche oggi "scortati" mediaticamente da Fnsi e simpatizzanti. "Siamo soddisfatti che la nostra battaglia di giustizia possa proseguire - ha affermato l'avvocato Alessandra Ballerini, legale di Paola Deffendi e Claudio Regeni -. Adesso chiediamo al governo di fare la sua parte e di rispondere alle istanze del giudice e alle nostre pretese di giustizia. Il nostro Paese, il nostro governo, scelga da che parte stare, se dalla parte di chi tortura e uccide e invoca impunità, o di chi chiede il rispetto di diritti inviolabili".  

In una nota, il ministero della Giustizia sottolinea che continuerà a fare la sua 'parte in ogni modo, in collaborazione con le altre articolazioni del Governo coinvolte, studiando nuove strade e le modalità operative più efficaci, per assicurare il corso della giustizia, in linea e in piena collaborazione con le richieste avanzate dall'autorità giudiziaria procedente'.

In una nota 

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