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Covid: le Regioni contro i tamponi per i vaccinati. Cirio: 'Obbligo contraddice il lavoro fatto'

Ffp2 su bus, niente feste e fuochi d'artificio, città si blindano. Tante misure per fermare Omicron, territori anticipano governo

"Sono mesi che spieghiamo alla gente di vaccinarsi per evitare il tampone, perché così indossa una corazza per sé e per gli altri. Imporre il tampone in maniera generalizzata rischierebbe di minare questo messaggio. E rischia di non essere la soluzione giusta". C'è anche Alberto Cirio tra i governatori perplessi sull'obbligo di test per vaccinati o guariti dal Covid di cui si sta discutendo. "Che il tampone diventi misura ordinaria per un vaccinato con super Green pass per vivere la propria socialità contraddice tutto il lavoro fatto", aggiunge il presidente della Regione Piemonte ai microfoni di Rainews.

"Farò di tutto per ridurre il più possibile ogni tipo di restrizione, confidando sulla serietà delle persone, che rispetteranno quello che si dice loro": questo è l'impegno del presidente della Lombardia Attilio Fontana. "Sono dell'opinione - ha spiegato a 'Buongiorno' su Sky Tg 24 - che bisogna fare di tutto per ridurre la pericolosità che deriva dai contagi ma ridurre il più possibile ogni forma di restrizione. I nostri cittadini hanno sofferto tanto, le attività economiche hanno sofferto tanto, ma soprattutto i nostri cittadini si sono comportati bene, sia nel rispettare le regole che nel sottoporsi alla vaccinazione, quindi credo che i nostri cittadini in questo momento non possano essere sottoposti ad ulteriori restrizioni". Per quanto riguarda l'ipotesi dell'obbligo di mascherina all'aperto in zona bianca, Fontana ha detto che "ci stiamo pensando, vedremo qual è l'evoluzione dei nostri dati". "È una misura a cui stiamo pensando anche se - ha concluso - non credo sia così determinante, se la gente rispetta la regola, come sta facendo, di mettere la mascherina appena c'è un assembramento, e sempre al chiuso è chiaro che i casi in cui si può circolare senza mascherina sono quelli in cui si cammina da soli, è un'ipotesi abbastanza secondaria.

Mascherine Ffp2 sugli autobus, feste di piazza annullate e Capodanno senza concertoni o fuochi d'artificio. In attesa delle decisioni che dovrebbero arrivare da palazzo Chigi, le regioni italiane corrono ai ripari e anticipano le mosse del governo varando strette territoriali per contenere il contagio dalla nuova variante Omicron. E così dalla Lombardia alla Sicilia, governatori e amministratori locali firmano ordinanze e provvedimenti per evitare i sempre più pericolosi assembramenti estendendo a tutto il territorio le restrizioni già in vigore lungo le strade dello shopping, particolarmente affollate durante il periodo festivo.

Il premier Mario Draghi, ieri, ha spiegato che "ancora c'è da lavorare e essere attenti: in cabina di regia questa settimana passeremo in rassegna eventuali provvedimenti in vista delle vacanze di Natale. Non c'è ancora nulla di deciso. Aspettiamo fino a mercoledì o giovedì dati di sequenziamento per vedere" come avanza la variante Omicron. 

Il Lazio si prepara all'obbligo delle mascherine all'aperto dappertutto e non solo nei luoghi affollati. Nell'ordinanza del presidente Nicola Zingaretti, che entrerà in vigore il 23 dicembre e durerà un mese, sarà anche raccomandato l'uso delle protezioni di tipo Ffp2 sui mezzi pubblici, dove è comunque già in vigore l'obbligo. A Roma, dove è stato annullato il tradizionale concertone di Capodanno, alcune strade potrebbero essere transennate per evitare assembramenti e canalizzare il deflusso di turisti e romani che affollano le strade del centro: sabato, ad esempio, un tratto di via del Corso è stato temporaneamente chiuso.

In altre città come Padova, Treviso e Venezia, sono stati proibiti anche i fuochi d'artificio. Resterà in vigore fino al 31 dicembre, invece, il provvedimento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che per primo ha introdotto l'obbligo dell'uso delle mascherine nelle zone del centro. Ma il primo cittadino si è detto pronto ad estendere la misura in tutta la città. "Vediamo come va, se servisse lo possiamo fare - ha detto -. Sono in contatto con la Moratti e con Fontana sempre, faremo quello che ci diranno e lo faremo come sempre senza aspettare troppo e senza cullarci in troppi dubbi e pensieri".

Una stretta rigorosa è quella decisa dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che ha vietato feste in piazza sia a Natale che a Capodanno. Stop anche alle feste feste scolastiche, di laurea e compleanno nei locali al chiuso che - ha detto De Luca - "continuano irresponsabilmente". Il governatore, inoltre, ha invocato controlli "seri" invece di quelli a suo dire "inadeguati" dei giorni scorsi. A Napoli, il neosindaco Gaetano Manfredi ha firmato ormai un mese fa l'ordinanza per che regolamenta il senso unico pedonale di via San Gregorio Armeno, la strada degli artigiani dei celebri pastori presepiali.

Nel Veneto, tornato in giallo, il governatore Luca Zaia ha anticipato i tempi firmando nei giorni scorsi un'ordinanza che ha reintrodotto le misure previste dalla nuova zona, compreso l'obbligo della mascherina all'aperto. Tra le nuove disposizioni, il presidente ha anche disposto la sospensione dei rientri in famiglia degli ospiti delle Rsa e il tampone obbligatorio ogni 4 giorni, invece che 10, per gli operatori sanitari.

A Torino, dove è stato reintrodotto l'obbligo della mascherina all'aperto, è saltato il mercatino di Natale di piazza Castello mentre a Bolzano da tempo si è deciso che alla tradizionale fiera natalizia si accede solo con braccialetto e Green pass. Bologna ha deciso di dare un "segnale di prudenza" annullando il Concertone di piazza Maggiore. Ma in Emilia-Romagna sono molte le altre città che hanno preso la stessa decisione. Niente feste in piazza a Parma e Reggio Emilia, mentre Rimini, orfana del concertone, manterrà eventi diffusi in città e dj set con ingressi probabilmente contingentati. A Firenze, infine, sono scattati i sensi unici pedonali nelle aree di maggior afflusso per lo shopping. 

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