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Papa Francesco a Cipro, attesa per la visita a Lesbo

'Non ci siano muri nella Chiesa cattolica'

Papa Francesco a Cipro. L'aereo, un Airbus A320 di Ita Airways con la livrea celebrativa "Born in 2021", è decollato poco dopo le 11 dall'aeroporto "Leonardo Da Vinci" di Roma. L'atterraggio nello scalo di Larnaca alle 15:00 ora locale. Il rientro in Italia del Pontefice è previsto per lunedì 6 dicembre alle 12:35, all'aeroporto di Roma-Ciampino.

Prima di lasciare Casa Santa Marta in partenza per il suo viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, papa Francesco ha salutato circa 12 rifugiati accompagnati dall'Elemosiniere di Sua Santità, il cardinale Konrad Krajewski. I migranti, ora residenti in Italia, provengono dalla Siria, dal Congo, dalla Somalia e dall'Afghanistan. Sono transitati per il campo di Lesbo negli scorsi anni e sono stati accolti al loro arrivo dalla Comunità di Sant'Egidio. Tra di loro, alcuni erano venuti con il Papa sull'aereo papale nel 2016. 

"Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica: è una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità", ha detto papa Francesco durante l'incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali di Cipro, nella Cattedrale maronita di Nicosia. Il Papa ha salutato dapprima la Chiesa maronita, rivolgendo il suo pensiero "preoccupato" per la crisi che attraversa il Libano. Quindi la Chiesa latina, che "grazie alla presenza di tanti fratelli e sorelle migranti", è un "popolo 'multicolore'", "vero e proprio luogo di incontro tra etnie e culture diverse". "Con la vostra fraternità potete ricordare a tutti, all'Europa intera, che per costruire un futuro degno dell'uomo occorre lavorare insieme, superare le divisioni, abbattere i muri e coltivare il sogno dell'unità. Abbiamo bisogno di accoglierci e integrarci, di camminare insieme, di essere sorelle e fratelli tutti!".

IL VIAGGIO A CIPRO E IN GRECIA - "Avrò l'opportunità di avvicinare un'umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza - dichiara il Pontefice -: mi recherò a Lesvos". Inizia oggi il viaggio di cinque giorni (dal 2 al 6 dicembre), 35/o del Pontificato, che porta a 55 i Paesi visitati da Bergoglio. E sarà ancora un viaggio ai confini dell'Europa - anzi, "alle sorgenti antiche dell'Europa", come il Papa dice nel videomessaggio ai due popoli verso cui è diretto - oltre che in pieno Mediterraneo: mare diventato oggi "un grande cimitero", ma che nei propositi del Pontefice, deve tornare a unire, anziché a dividere.

Proprio le tragedie dei migranti, mentre da un capo all'altro dell'Europa se ne susseguono tra la Manica, il confine con la Bielorussia, e lo stesso "mare nostrum", saranno uno dei capitoli cruciali. Il Papa, oltre a incontrare i migranti in una preghiera ecumenica a Cipro venerdì tornerà domenica nel "limbo" dei profughi in eterna attesa a Lesbo, da lui già visitata nell'aprile 2016, dove forse non ci saranno più i contorni invivibili del campo di Moria, distrutto da un incendio nel settembre dell'anno scorso, ma le condizioni nel Centro di Identificazione di Mavrovouni non sono certo facili. E soprattutto, prende sempre più corpo la possibilità - data peraltro come ufficiale dal governo cipriota - che il Papa da Cipro faccia trasferire in Italia un gruppo di rifugiati, replicando quanto fece proprio a Lesbo cinque anni or sono.

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