E' scoppiata la polemica a Iseo, comune di poco più di 9 mila abitanti in provincia di Brescia, per la scritta choc comparsa all'ingresso di una birreria che paragonava l'obbligo del Green pass alle deportazioni nei campi di sterminio nazisti. 'Il Greenpass rende liberi since 1940' questo si leggeva fino a pochi giorni fa fuori dal pub Lakeshop, una scritta tracciata su uno sfondo nero che richiamava la scritta 'Arbeit Macht Frei' posta all'ingresso di alcuni campi di concentramento nazisti.
Una provocazione che non è passata inosservata tanto che la Polizia locale, su segnalazione di alcuni cittadini, ha chiesto al titolare del pub di cancellarla anche perché non era autorizzata. Ma secondo Francesco Marangoni, gestore della birreria, quella scritta è stata "una goliardata provocatoria, non era mio intento offendere nessuno e anzi se l'ho fatto chiedo scusa in ginocchio perché quella non voleva essere una scritta nazista e fascista come hanno detto - ha spiegato parlando al telefono con l'ANSA -. Nel mio locale faccio i controlli sul Green pass e i miei dipendenti sono vaccinati, a causa di questa polemica ho ricevuto molte minacce via social".
Il titolare del Lakehop non è vaccinato: "Penso che il tampone sia più sicuro" ma per questo "non voglio essere discriminato".
Sulla pagina Facebook del locale, dove è stata postata una lettera di scuse, tra i commenti c'è chi condanna il gesto ma anche chi si complimenta con il titolare per le sue posizioni sul Green pass.
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