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Crisanti: terza dose serve perché la protezione diminuisce

Professore: 'festeggiate Natale e Capodanno con persone vaccinate'

 L'aumento, anche in Italia, del numero di casi di Coronavirus dipende soprattutto dalla durata di protezione fornita dal vaccino, motivo per il quale diventa necessaria la cosiddetta terza dose. Ne è convinto Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova, il quale intervenendo oggi a margine dell'evento 'Il tempo della salute', organizzato dal Corriere della Sera al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, ha spiegato che "la dinamica della trasmissione del Covid dipende da due fattori: il numero di persone protette e dalla durata della protezione".
    "Il numero di persone protette non coincide con il numero di persone vaccinate perché abbiamo imparato che dopo sei mesi la protezione diminuisce in modo importante sull'aspetto della trasmissione - ha aggiunto il professore -. Una persona vaccinata è protetta dall'infezione e non trasmette per il 95%, dopo sei mesi questa protezione cala al 40%".
    "Per questo motivo occorre fare la terza dose. Se vogliamo per proteggere i fragili, gli oncologici e gli anziani, occorre farla selettivamente a queste persone, ma se vogliamo invece mantenere la trasmissione bassa, la terza dose la dobbiamo fare tutti" ha detto ancora Crisanti.
    A chi gli chiedeva infine, come si immaginava il prossimo Natale, alla luce dell'aumento dei casi, Crisanti ha risposto con un invito: "Natale e Capodanno festeggiatelo pure, ma possibilmente tra persone vaccinate e con le precauzioni necessarie".
   

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