Le intercettazioni disposte
nell'inchiesta sulla cosiddetta 'Colata di Idice' e le presunte
pressioni alla sindaca di San Lazzaro di Savena Isabella Conti
sono irrilevanti, né esiste altro motivo per conservarle, a
cinque anni dall'archiviazione, e per questo vanno tutte
distrutte. Lo ha stabilito il Gip del tribunale di Bologna
Domenico Truppa, accogliendo la richiesta della Procura,
condivisa dalle difese delle sette persone che all'epoca vennero
indagate e poi, a dicembre 2016, archiviate.
Il Gip concorda con la valutazione di irrilevanza data dalla
Procura che con il procuratore aggiunto Morena Plazzi aveva
sottolineato che si trattava di registrazioni con i commenti
agli sviluppi delle indagini riportati dai media. Questo, per il
giudice, "non è stato seriamente posto in discussione dalla
difesa di Isabella Conti, che pur avendo avuto ampia conoscenza
del procedimento con diritto di accesso al fascicolo
processuale, non è stata in grado di evidenziare profili
specifici di rilevanza ulteriore delle conversazioni
intercettate per ipotetiche nuove iscrizioni a carico di altri
soggetti".
All'epoca la vicenda creò polemiche nel centrosinistra perché
Conti, sindaca Pd che poi passò a Italia Viva, denunciò colleghi
di partito, esponenti delle coop e delle imprese per le presunte
pressioni subite dopo la decisione di bocciare un insediamento
edilizio. Nei mesi scorsi Conti si è candidata alle Primarie per
le Comunali a Bologna, vinte da Matteo Lepore.
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