"Ci farebbe più comodo
un Dio che sta in Cielo senza immischiarsi nella nostra vita,
mentre noi possiamo gestire le faccende di quaggiù. Invece Dio
si è fatto uomo per entrare nella concretezza del mondo". Lo ha
detto il Papa all'Angelus commentando il Vangelo di oggi. A Dio
"possiamo raccontare gli affetti, i dolori, il lavoro, la
giornata, ogni cosa. Gesù desidera questa intimità con noi. Che
cosa non desidera? Essere relegato a contorno - Lui che è il
pane -, essere trascurato e messo da parte, o chiamato in causa
solo quando ne abbiamo bisogno", ha sottolineato Papa Francesco.
Dio "non è un pane tra tanti altri, ma il pane della vita. In
altre parole, noi, senza di Lui - ha proseguito il Pontefice -,
più che vivere, vivacchiamo: perché solo Lui ci nutre l'anima,
solo Lui ci perdona da quel male che da soli non riusciamo a
superare, solo Lui ci fa sentire amati anche se tutti ci
deludono, solo Lui ci dà la forza di amare e perdonare nelle
difficoltà, solo Lui dà al cuore quella pace di cui va in cerca,
solo Lui, solo Gesù, dà la vita per sempre quando la vita
quaggiù finisce".
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