Il cosiddetto 'boschetto della
droga' di Rogoredo di Milano era "un'area tristemente famosa e
nota come una delle più grandi piazze di spaccio e consumo in
Italia" e ora "è stato trasformato in un parco e da luogo di
degrado diventa un bene comune fruibile da tutta la comunità": è
quanto ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia prima
della firma di un protocollo d'intesa in prefettura a Milano che
prevede l'impiego di detenuti del carcere di Opera nei lavori di
cura e manutenzione dell'area verde di Rogoredo.
Cartabia l'ha definito "un evento importante e positivo:
celebriamo una rinascita che è già iniziata da anni - ha
aggiunto - che vede un percorso alle spalle e uno proiettato in
avanti, è un punto di arrivo e punto di partenza". "E'
un'emergenza che non è sconfitta con il risanamento del
boschetto - ha aggiunto - lo spaccio si sposta, il mercato della
droga cambia caratteristiche e contesti e non svanisce, anche
perchè è sempre alimentato dal business della criminalità
organizzata".
Cartabia ha ricordato la definizione di "limbo di spettri"
data da un padre quando era andato a riprendere il figlio in
mezzo al boschetto di Rogoredo: "E' una storia che mi ha colpito
moltissimo, ho spesso ripensato al dolore e all'immensa pietà di
quel padre tra siringhe e sguardi vitrei. Non posso non
ripensare a lui e mi piace immaginare che questo protocollo
abbia valore simbolico anche per lui", ha concluso il ministro
che ha partecipato alla firma del protocollo assieme al capo
dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Bernardo
Petralia, al sindaco di Milano Giuseppe Sala, al prefetto di
Milano Renato Saccone e alle associazioni che hanno contribuito
alla rinascita del parchetto.
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