In una lettera aperta al ministro per
la Salute, Roberto Speranza, uno dei gestori del Praja di
Gallipoli, Francesco Susca, rivolge un appello per la riapertura
"del settore di intrattenimento danzante". Susca sottolinea che
nonostante tutti "i nostri sforzi" dal ministro "non abbiamo
avuto alcuna risposta, alcun cenno, alcun incontro". E rileva
come questo atteggiamento "umili" non solo "l'imprenditore e il
lavoratore dello spettacolo", ma "calpesti la "dignità
dell'uomo". "Vuole davvero - chiede Susca al ministro -
trascinare nella disperazione migliaia di famiglie mentre
ovunque si evitano le norme del distanziamento, dai lidi agli
american bar, dalle manifestazioni pubbliche a quelle di piazza,
dai rave party alle feste private? Con grande senso di
responsabilità abbiamo accettato la chiusura forzata, ma ora che
senso ha? Se non possiamo riaprire le uniche strutture che
potrebbero garantire l'utilizzo del green pass, mentre ovunque
c'è un indisciplinata assenza di regole".
Susca ricorda che, oltre ad aver "accettato" i vari lockdown
"civilmente e responsabilmente", abbiamo "resistito un intero
inverno (il più lungo di sempre per noi operatori) nell'attesa
dell'estate e di condizioni migliori, investendo nelle nostre
aziende i risparmi di una vita". E "abbiamo lavorato da ottobre,
giorno e notte, per creare un protocollo sottoscritto da tre
professori universitari di fama nazionale e internazionale in
modo da scongiurare ogni rischio con aree Covid free nei
locali". Il gestore elenca le iniziative prese dal comparto, tra
cui la elaborazione di "due ipotesi di test pilota, a Milano e a
Gallipoli, approvati rispettivamente dal sindaco Sala e dal
presidente Emiliano, inviati il 27 maggio a Lei per
approvazione".
E ricorda la riscrittura "di notte del protocollo di
sicurezza adattandolo al green pass, così da essere davvero
irreprensibili", e il "parere favorevole dal generale Figliuolo"
per le vaccinazioni "davanti ai nostri locali". "Mi auguro -
conclude - che questa lettera, rispettosa ma esasperata, possa
finalmente indurla a una seria riflessione".
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