"Sono stati 5 anni duri e
incredibili, ma arriviamo alla maturità pronti e consapevoli di
noi stessi. Di sicuro fortificati dalle avversità vissute, dato
che siamo stati chiamati ad affrontare prima il terremoto e poi
la pandemia". A raccontarlo all'ANSA, alla vigilia dell'avvio
degli esami di Stato, sono Elena Capeccia, 19 anni di Pieve
Torina; Gianluca Aureli, 18 anni di Camerino; e Giordano
Smarchi, 19 anni di Ussita. L'avvio del percorso scolastico nei
rispettivi licei, per i tre studenti della provincia di
Macerata, coincise con gli eventi sismici del 2016, "tanto che
inizialmente molti di noi furono costretti a trasferirsi,
assieme alle famiglie, sulla costa e ogni giorno tornavamo a
Camerino per seguire le lezioni. Si rese necessario anche un
cambio di sede", ricorda Gianluca, che allo Scientifico è anche
rappresentante di istituto. "Io, invece, non mi sono fatto
mancare proprio nulla, oltre al terremoto, alla didattica a
distanza e alle varie restrizioni, ho sperimentato anche cosa
significhi contrarre il covid, anche se fortunatamente in
maniera lieve", dice Giordano, che aggiunge: "Il virus di fatto
mi ha costretto a stare chiuso in casa un mese in più degli
altri". "Il terremoto ci aveva buttato fuori dalle nostre
abitazioni, mentre la pandemia ci ha rinchiuso dentro, è stata
una contraddizione assoluta che ci ha davvero messo a dura
prova", spiega Elena, che sintetizza così il periodo vissuto:
"Sono stati 5 anni combattuti, ancora di più per chi come me
vive anche nelle casette Sae". La prova orale a cui sono
chiamati ce l'avranno, tutti e tre, la prossima settimana:
"Avere qualche giorno in più per ripassare non è male, ma
comunque siamo convinti di poter fare bene, anche se con la Dad
forse qualcosa si è perso per strada, ma quello che abbiamo
vissuto ci ha resi sicuramente più forti e responsabilizzati.
Insomma, più maturi, al di là dell'esame".
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