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Seid, suicida a 20 anni. Iniziative a settembre, 'non lo dimenticheremo'

L'allenatore del club in cui giocava: un memorial in suo onore

Una o più iniziative ricorderanno Seid Visin, l'ex calciatore di origine etiope che si è tolto la vita a Nocera Inferiore e che due anni fa aveva pubblicato un duro atto d'accusa contro il razzismo. Antonio Francese - l'allenatore della squadra di calcio a cinque Atletico Vitalica in cui Seid giocava dopo aver lasciato le giovanili del Milan e del Benevento - immagina che a settembre possa esserci un torneo sportivo, un memorial intitolato al "talento dal cuore fragile", come il tecnico ha definito Seid ieri durante i funerali.

"La nostra squadra intende tenere vivo il ricordo di Seid, dei suoi valori sportivi e sociali, del suo sorriso. Lo faremo in sintonia con la sua famiglia, che vogliamo incontrare nei prossimi giorni", spiega Francese. "Settembre sarà il momento adatto, potrebbe esserci insieme al memorial una iniziativa di solidarietà a favore dei progetti sociali in cui Seid era impegnato. E tra le idee c'è anche quella di intitolargli il nostro campo sportivo, a Sarno, quel terreno dove lui ha giocato tante volte". Iniziative che potrebbero avere il sostegno del comune di Nocera Inferiore, dove Seid ha vissuto insieme ai genitori adottivi da quando aveva sette anni: il sindaco Manlio Torquato ieri ha preso parte ai funerali insieme a una folla commossa di concittadini che gli hanno chiesto di tenere viva la memoria del giovane.

"Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone". L'atto d'accusa contro il razzismo scritto due anni fa da Seid Visin, è stato letto integralmente nella chiesa di San Giovanni Battista, accolto da un lungo applauso, nel corso dei funerali. "Buon viaggio campione", uno dei messaggi affissi all'esterno della chiesa dagli amici che hanno indossato anche magliette con la scritta "Arrivederci fratello. Ciao talento".

"Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. E' sempre stato amato e benvoluto, stamane la chiesa per i suoi funerali era gremita di giovani e famiglie", dice all'ANSA Walter Visin, padre adottivo dell'ex calciatore Seid, che a proposito della lettera scritta due anni fa dal giovane dice: "Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni". Quanto alle cause dell'accaduto, "non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio. Dico solo che era un uomo meraviglioso".

Il ragazzo era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia, da piccolo, a Nocera Inferiore. Aveva giocato nelle giovanili del Milan insieme a Donnarumma e indossato la maglia del Benevento, si era anche impegnato per l'Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque. Tempo fa - si legge sul Corriere della Sera - aveva scritto parole drammatiche in una lettera mandata ad alcuni amici. "Non sono un immigrato - si legge - sono stato adottato da piccolo.. ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovano lavoro...Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone che che non mi conoscevano che ero come loro, che ero italiano, bianco. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati...come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo sono una goccia d'acqua in confronto all'oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anzichè condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno. Quelle persone che rischiano la vita, tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare, il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente 'vita'".

L'addio di Donnarumma a Seid, 'era un ragazzo come me...' - "Ho conosciuto Seid appena arrivato a Milano, vivevamo insieme in convitto, sono passati alcuni anni ma non posso e non voglio dimenticare quel suo sorriso incredibile, quella sua gioia di vivere". Gianluigi Donnarumma, giovane portiere della Nazionale di calcio, racconta all'ANSA il suo dolore per un compagno di strada perso troppo presto: "Era un amico, un ragazzo come me".

Marchisio: 'L'Italia ha fallito' - "Un Paese che spinge un giovane ragazzo a fare un gesto così estremo è un Paese che ha fallito". Claudio Marchisio, ex giocatore della Juve, commenta così il suicidio di Seid Visin, il ventenne di origini etiopi che dopo un paio di stagioni nelle giovanili del Milan era tornato a Nocera Inferiore, dove era cresciuto dopo essere stato adottato da una famiglia italiana. "Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle", scrive il giovane in una lettera, anticipata da alcuni quotidiani, in cui spiega i motivi del suo gesto. "Facciamo un po' schifo - dice - Tutti. Di centro, di destra, di sinistra".

Patuanelli: 'Mi chiedo se ci salveremo da noi' - "Oggi parlano tutti e giustamente di ambiente, di transizione ecologica per salvare il pianeta. A volte mi chiedo se saremo in grado di salvarci da noi stessi". Lo scrive il capodelegazione M5S Stefano Patuanelli commentando la lettera scritta da Seid Visin, calciatore ex Milan morto suicida.

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