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Turbanti della solidarietà, un aiuto per le donne con il cancro al seno

A Milano parte 'Il Filo di Arianna', è un progetto dei medici delI'Istituto dei Tumori

Si ispira alla solidarietà femminile Go5 per mano con le donne, associazione di volontariato che opera all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Fondata da un gruppo di ex pazienti, pazienti e amiche, la Onlus un paio di anni fa è scesa in campo con ‘La vita sotto il turbante - Progetto Cristina’: le detenute delle carceri milanesi hanno realizzato e tuttora realizzano turbanti morbidi e colorati per le donne malate e non.

Un'iniziativa, questa, che ha consentito di raccogliere fondi per contribuire a dar vita a ‘Il Filo di Arianna’: si tratta di un nuovo progetto sviluppato dalla Struttura di Psicologia Clinica dell’Istituto Nazionale dei Tumori per aiutare le pazienti con il tumore metastatico al seno a mettere in campo le risorse necessarie per trovare e mantenere il miglior benessere possibile.

“Il Filo di Arianna - spiega Claudia Borreani, responsabile del Servizio - si inserisce in un programma più ampio che riguarda una fase della malattia in cui le terapie possono avere un ruolo importante nel determinare la sopravvivenza e la qualità di vita di queste donne. Rispetto a quanto accadeva 20 anni fa queste donne oggi sopravvivono più a lungo con una qualità di vita 'accettabile' che permette loro di svolgere le attività quotidiane, dal lavoro alla cura dei figli e della casa, senza però mai sganciarsi dalle cure e dall’ospedale.

"Questo ha un peso psicologico non da poco - continua la dottoressa - poichè ci si trova a dover gestire la paura della morte e la necessità di condurre una vita, entro i limiti, il più normale possibile". Per questo è necessario dare loro un supporto cercando di accompagnarle verso "un equilibrio che consenta loro di convivere al meglio con la malattia".

Negli ultimi 2 anni all’Istituto Tumori si è lavorato molto per mettere a punto percorsi diagnostico-assistenziali e terapeutici specifici per questa fase di malattia.

Da ogg prende il via anche una nuova iniziativa: si tratta di un programma che prevede un ciclo di 8 incontri, tramite web, gratuiti e con cadenza settimanale, con una serie di specialisti medici e psicologi in grado di aiutare queste donne ad affrontare nel modo migliore il loro precorso di cura. Le iscrizioni sono aperte dalla metà di maggio e si chiuderanno quando sarà raggiunta la quota di 20 persone. Poi si replicherà. Ogni sessione prevede, colloqui di gruppo con oncologi, nutrizionisti, radioterapisti, terapisti del dolore o con esperti nel campo della bellezza per suggerimenti sul make-up e la cura dell'aspetto fisico. E poi esercitazioni in coppia o in piccoli gruppi, pratiche meditative e compiti a casa orientati allo sviluppo della resilienza.

"Alle donne consegneremo una sorta di agenda - ha proseguito Claudia Borreani - su cui segnare quanto e come riusciranno a mettere in pratica le indicazioni ricevute per raggiungere il loro benessere e che impatto ha avuto questa esperienza sulla loro quotidianità, sia sul piano psicologico sia sulla qualità di vita". Insomma 'Il Filo di Arianna", a cui è stata dedicata pure una tesi di laurea di una studentessa del corso di Design dei Servizi al Politecnico di Milano, propone alle donne "un percorso per ritrovare dentro di sè le risorse positive. E chi avrà bisogno di lavorare sul proprio dolore, sulla sofferenza sarà seguita - aggiunge la dottoressa - anche individualmente".

Con l'avvio di questo progetto, Go5 per mano con le donne, taglia un altro traguardo importante messo nero su bianco nel suo statuto: offrire alle pazienti l'aiuto di psiconcologi per affrontare la malattia. E per far ciò ha dedicato una parte della sua attività nella raccolta di fondi, anche con eventi per presentare 'La Vita Sotto il Turbante- Progetto Cristina'.

Un progetto con al centro turbanti colorati, declinati con sete e tessuti naturali spesso provenienti da tutto il mondo, confezionati dalle donne in carcere o in semi libertà che lavorano per Cooperativa Alice per le donne sotto chemioterapia e anche per chi ha deciso di indossare questo accessorio come gesto di solidarietà. Per una donna in cura, giovane o meno giovane, questa è la filosofia di Go5, il turbante può diventare un compagno di tutti i giorni, un 'alleato' che consente di giocare con la propria femminilità, dando una carica positiva all’umore.

A ciò si aggiungono i benefici per le detenute: per loro è un'occasione per uscire idealmente dalla cella, in un certo modo gettare un poste oltre le ‘sbarre’, ed instaurare un dialogo con le pazienti all'insegna di una integrazione sociale e del principio 'donna aiuta donna'. 'iniziativa, che nel 2019 ha avuto il patrocinio del Comune di Milano e della Camera Penale di Milano e l'anno scorso, tra l'altro, ha ricevuto il premio Valore Responsabile di Mediobanca nell'ambito di 'StartupItalia Open Summit 2020', propone un messaggio positivo per chi vive la malattia e chi vive la reclusione nella convinzione che la sofferenza sia un collante che unisce chi è davvero in difficoltà.

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