Con il ritiro della querela da
parte del leader della Lega Matteo Salvini, si chiude con il
proscioglimento per "non doversi procedere" il dibattimento, in
corso a Milano, in cui Valerio Ferrandi, l'antagonista figlio
dell'ex esponente di Prima Linea Mario, è imputato per avere
diffamato e minacciato su Facebook il 25 aprile 2016 l'ex
ministro dell'Interno. Il giovane ha fatto una donazione
all'ospedale dei bambini Buzzi.
E' finito così, davanti al giudice Giuseppe Fazio, il
processo in cui Salvini, parte offesa, si è costituito parte
civile e che era nato dalla denuncia del senatore leghista,
assistito dall'avvocato Claudia Eccher, per un post in cui il
giovane, con lo pseudonimo Frederic Dubarre, replicava a un
altro post del leader del Carroccio invitandolo a suicidarsi e
auspicandone la morte.
Durante la scorsa udienza, Ferrandi, assistito dai legali
Eugenio Losco e Mauro Straini, aveva chiesto scusa mostrando la
volontà, come aveva chiesto lo stesso giudice, di arrivare a una
conciliazione. Richiesta accolta da entrambe le parti. Inoltre
quel giorno, fuori dall'aula, aveva regalato al numero uno della
Lega il libro di Antonio Scurati su Mussolini con tanto di
dedica: "In un'altra epoca ci saremmo sfidati a duello, oggi
potremmo fare un duello televisivo in un talk show di retorica.
Perché la storia é madre di tutta la vita. Senza retorica".
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