Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Roma come il mondo, le strade del cuore di Proietti

Roma come il mondo, le strade del cuore di Proietti

Nato a via Giulia vissuto al Tufello, il palco dal' Tenda' al Globe

ROMA, 02 novembre 2020, 16:51

Redazione ANSA

ANSACheck

Gigi Proietti alla psentazione del film 'Tutti al mare ' a Villa Borghese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gigi Proietti alla psentazione del film  'Tutti al mare ' a Villa Borghese - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gigi Proietti alla psentazione del film 'Tutti al mare ' a Villa Borghese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una città che è tutto il mondo. Gigi Proietti, figlio della capitale e del teatro, aveva quel senso di romanità che mischia e rigenera, unisce e riassume tenendo insieme il verso più aulico e la battuta fulminante. La sua Roma era popolare ma già nobile come del resto le sue origini, nomadi tra la strada più rinascimentale della città e i quartieri più lontani dal centro. "Sono nato in una traversa di via Giulia, una strada bellissima, un tempo era il corso papale, ma a 10 mesi già avevo cambiato casa: ci trasferimmo dietro villa Celimontana, a via dei Santissimi Quattro. Poi sono finito in periferia, al Tufello, in una casa popolare", scrive lui stesso in una mini guida di Roma e dei suoi posti del cuore.

Poi il Liceo Augusto a via Appia, dopo le elementari e le medie alla Vittorino da Feltre, e la Capitale notturna dei locali dove, ad adolescenza conclusa, tentava già la strada istrionica e l'urgenza dello spettacolo sebbene iscritto a Giurisprudenza alla Sapienza. Di quei night dove cantava , anche, con malinconia ricordava "non ne è rimasto neanche uno, sono spariti tutti" ma la voce allenata in quei locali fumosi era già un ferro del mestiere affidabile che lo farà essere persino chansonnier scanzonato e sentimentale all'occorrenza, perchè essere attore è tutto, un po' come essere romano.

E tra i posti del rimpianto giovanile, dell'età in cui sperimentava cosa sarebbe stato da Grande, Proietti ci mette non solo le serate con i "fagotti" e la famiglia nelle trattorie dell'Appio Latino ma anche il Tevere, ci mancherebbe. Ma quel fiume non è quello di adesso, il fiume di allora viveva con Roma ora invece sembra una ferita che stenta.

"Ora sopravvivono, invece, alcuni barconi sul Tevere: mi ricordo quanto erano affollati, ai romani piacevano molto, andavano, prendevano il sole e facevano il bagno. Oggi ce ne sono alcuni che cercano di rivitalizzare quella tradizione, ristoranti e locali anche molto carini, ma un tuffo non si può più fare, chi nuoterebbe mai in quello che un tempo era il "biondo fiume"? , chiede ricordando poi l'isola dei romani, cioè Ponza dove aveva casa e li sì che andava a farsi tuffi e bagni, spingendosi col suo gommone fino a Palmarola "per alcuni ancora più bella". Ma poi, siccome è un attore, la topografia personale inizia a confondersi con quella artistica, entrambe mappe sentimentali però e sempre, sempre, con la città policentrica e mai rilegata dentro le mura.

E così è dalla periferia che nasce Proietti, dal Teatro Tenda di piazza Mancini nel '76, da quel A me gli occhi dove si riversa mezza Roma, ma anche Eduardo, Fellini e l'allora sindaco Argan. E' il teatro, vero, popolare ma anche colto, da Shakespeare a Petrolini. Perchè, artista e artigiano, Proietti mescola anche il romanesco con i versi, anzi ne fa poesia e proprio nella sua lingua madre che omaggia un altro immenso romano, Alberto Sordi che non era più.

E sulla linea del tempo il Teatro Tenda, dopo il Brancaccio e il Brancaccino, porta dritto al Globe, fatto dopo la folgorazione del fratello londinese, che sboccia a Villa Borgese (dove da bimbo andava al Cinema dei Piccoli) e voluto sulla pianta del tempio shakesperiano: senza tetto, tutto in legno, prezzi pop e chi non sta nei palchetti "si deve portare i cuscini".

Una visione, anzi "una mandrakata", come disse lui stesso (altro posto iconico l'ippodromo di Tor di Valle in Febbre da cavallo), che registra sempre il tutto esaurito e si affida a nidiate di attor e attrici giovani. Ma Proietti voleva ancora dare, i suoi progetti non si erano esauriti al Globe. In un'intervista a Gloria Satta al Messaggero confessa la sua inesauribile urgenza di dire e fare partendo sempre dalla romanità universale: l'allestimento di Tosca e la riduzione teatrale di Casotto, il film di Sergio Citti. E non finisce qui.

Pensava anche, e come sempre, ai giovani romani. "Voglio mettere in piedi Radio Raccordo Anulare, un progetto che mi frulla in testa da anni. Un'emittente gestita da giovani per tenere collegate e informate tutte le zone della città, specie le periferie: il problema, in una metropoli come la nostra, è la comunicazione. I romani devono conoscersi, non rimanere distanti come isole", diceva nella stessa intervista. E ancora per lo strano compleanno in lockdown della Capitale, 21 aprile 2020 in piena clausura causa covid, tornò sulla città stigmatizzando chi descriveva Roma vuota e chiusa come "spettrale". "Roma è stanca e ha diritto di riposarsi", scolpì lapidario con quella voce, vissuta ma granitica, che è già un monumento ai Fori Imperiali. La voce di uno di Roma, figlio del mondo.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza