"Mi fanno venire l'ulcera i
negazionisti del coronavirus, come i deputati che si sono
astenuti sulla Giornata nazionale in memoria delle vittime,
sostenendo che non è esistito. Vengano quassù a vedere il nostro
cimitero, magari capiscono qualcosa". Il sindaco Francesco
Passerini spiega così all'ANSA il desiderio che non si
dimentichi il prezzo di vite pagato dalla sua Codogno, la città
lodigiana primo focolaio italiano, ma è convinto che "ora non si
possa più parlare di stato di emergenza".
"Il coronvirus non è stata un'invenzione mediatica",
chiarisce il sindaco leghista della città lodigiana di circa
17mila abitanti dove è stato riscontrato il primo focolaio
italiano, e "dal 21 febbraio al 18 maggio sono morte 224
persone, rispetto a una media di 80-90 negli anni passati in
quel periodo".
Passerini preferisce non entrare nelle polemiche politiche
seguite al convegno dei giorni scorsi con il leader del suo
partito, Matteo Salvini, e con il tenore Andrea Bocelli.
"Salvini non aveva la mascherina? Non so se è stata una
provocazione, non so quante persone c'erano al convegno" taglia
corto Passerini, secondo cui oggi non si può più parlare di
stato di emergenza. "La situazione è cambiata. Bisogna avere
attenzione senza psicosi".
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