(di Aldo Baquis)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 9 FEB - "Il posto ideale per il nostro
santuario lo abbiamo già scelto. Si tratta di una zona boscosa,
nelle alture del Golan. Là, immersi nella natura, potremmo
celebrare i nostri riti ed elevare offerte agli Dei". Così Einar
- ebreo israeliano - unico sacerdote della comunità Asatrù nel
paese, immagina un futuro in cui il paganesimo del Nord di
Europa sia finalmente riconosciuto come religione legittima
nello Stato ebraico ed i suoi membri non più costretti a vivervi
ai margini.
Essere pagani in Israele non è cosa facile: verso quanti
credono nella mitologia nordica c'è una immediata incomprensione
in una società il cui Dna si basa su un monoteismo senza
compromessi. Ad accrescere i sospetti verso il paganesimo del
Nord c'è la diffusa convinzione, in Israele, che esso abbia
attinenza all'ideologia nazista. Proprio per spezzare ogni
malinteso Einar ha accettato di essere il protagonista di un
documentario realizzato dal fotografo italiano Dario Sanchez, da
5 anni in Israele.
"Fra noi ed i gruppi neonazisti non c'è alcun contatto - ha
spiegato Einar all'ANSA - Loro hanno usurpato simboli nostri per
fini loro". Al contrario delle ideologie che diffondono odio,
gli Asatrù predicano onestà, tolleranza, rispetto dell'ambiente.
"La svastica poi sottolinea - è un simbolo di forza ed ha
origini antichissime. Fu peraltro riprodotta anche in un mosaico
di una vecchia sinagoga". Quella di Ein Gedi, sul Mar Morto, a
pochi passi da Masada.
Cuoco di professione, Einar (il cui nome ebraico è Eliad) si
è avvicinato alla mitologia nordica da adolescente, in seguito a
vicissitudini familiari. Da allora ha progressivamente
approfondito le proprie conoscenze e ha esteso i legami con
quanti in Israele praticano il paganesimo.
"La comunità Asatrù qua conta mille adepti. I pagani in
Israele - stima - sono complessivamente 20 mila". Non potendo
disporre di un luogo fisso di incontro, mantengono i contatti
con messaggi telefonici e periodicamente si radunano in posti
immersi nella natura. Là sacrificano agli Dei animali diversi
(vacche, polli, pecore, capre) per poi cibarsi della carne. "Gli
Dei - racconta - mi infondono un senso di benessere che prima
non avevo mai conosciuto". I pagani di Israele sperano che la
Knesset riconosca in futuro come legittima la loro religione,
seguendo l'esempio dei Paesi scandinavi. Fino ad allora, i
membri della comunità continueranno a celebrare i propri riti in
privato.
Fotografo documentarista impegnato sul tema delle identità,
Sanchez afferma di aver prodotto il documentario - che per la
prima volta ha portato a conoscenza degli israeliani la realtà
dei culti pagani - "non per giudicare, quanto per stimolare
domande su temi universali". E' stato in definitiva, spiega, "un
veicolo di riflessione sul percorso complesso e soggettivo della
costruzione di una identità e sulla possibilità di affrontarlo
liberamente, andando oltre i confini delle usuali convenzioni".