Lo chiamavano "Pina"
il marchingegno elettronico inventato per leggere le carte da
poker, truccate da impercettibili codici a barre, in una bisca
clandestina aperta nel centro storico di Gela dove venivano
truffati facoltosi giocatori di "Texas Hold'em", a rilancio
libero, senza limiti. Sette gli "uomini d'oro" che avevano messo
in piedi questa associazione a delinquere disarticolata dai
carabinieri che hanno proceduto all'arresto di tre di loro,
ritenuti promotori e organizzatori della grande truffa del
valore di centinaia di migliaia di euro. L'operazione denominata
"Showdown" è stata portata a termine nelle province di
Caltanissetta e Agrigento, in esecuzione di provvedimenti
cautelari emessi dal gip del tribunale di Gela, su richiesta
della Procura di Gela.
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