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Salvini attacca Lerner e Repubblica, non sono giornalisti ma calunniatori

Salvini attacca Lerner e Repubblica, non sono giornalisti ma calunniatori

Solidarietà ai cronisti da Fnsi e M5S. Businarolo: 'Salvini continua il gioco perverso di legittimare pulsioni razziste e xenofobe'

16 settembre 2019, 19:38

Redazione ANSA

ANSACheck

SALVINI ATTACCA LERNER, 'NON GIORNALISTA MA CALUNNIATORE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

SALVINI ATTACCA LERNER,  'NON GIORNALISTA MA CALUNNIATORE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
SALVINI ATTACCA LERNER, 'NON GIORNALISTA MA CALUNNIATORE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Questi non sono giornalisti ma spesso e volentieri sono calunniatori". Quello che il segretario della Lega Matteo Salvini sferra, nella sua intervista ad "Aria pulita" su 7gold, a Gad Lerner e ai giornalisti di Repubblica è un attacco duro che scatena la protesta della Fnsi e della maggioranza giallo-rossa. Commentando gli insulti ricevuti ieri a Pontida da Gad Lerner e l'aggressione al videomaker di Repubblica Antonio Nasso, il leader del Carroccio osserva: "Non si tratta mai male nessuno. A casa mia l'ospite è sacro, ma se uno sputa veleno su una persona per vent'anni..." aggiunge, ricordando poi che "Gad Lerner una volta augurò la mia morte".  "Non si tocca mai nessuno neanche con un dito - insiste - e chiunque a casa mia è rispettato e riverito", ma "che Repubblica ogni giorno mi insulti, che Gad Lerner passi la vita a insultarmi, e Saviano, e Tizio e Caio... secondo me il giornalista dovrebbe essere superiore a certe cose...". Salvini insomma non solo non prende le distanze dai militanti che se la sono presa con i cronisti, ma rincara la dose.

E Lerner e il quotidiano Repubblica rispondono. Il primo, ntervistato ai microfoni di "Circo Massimo" su Radio Capital racconta la sua versione dei fatti: "Prima di questi cori, tanti militanti della Lega mi chiedevano i selfie, mi salutavano cordialmente, frequento i loro raduni da una trentina d'anni, poi si forma il coro, e nel coro emergono gli umori, le pulsioni, che individualmente magari nessuno ha il coraggio di esprimerti. Non è successo niente di grave, sono andato lì a fare il mio lavoro, ma rilevo qualche differenza rispetto al passato". In passato, ricorda il giornalista riferendosi all'ex deputato Cesare Rizzi, "quando anche un parlamentare della Lega diceva nei comizi 'vedo Lerner e capisco Hitler' arrivava la mattina dopo la telefonata di Umberto Bossi che diceva 'quello è un pirla, scusalo, noi non la pensiamo certo così'. Mi è successo più di recente con Giorgetti, che mi ha detto 'non pensare che questa pulsione razzista e antisemita sia l'espressione della Lega'. Ho l'impressione che invece Salvini ci gongoli e ci marci un po'. Di certo non telefona. Non mi ha chiamato, e diciamo che non mi manca". Quindi osserva che, secondo lui, il leader della Lega si starebbe preparando "per una traversata del deserto, anche se dichiara di voler tornare al governo fra pochi mesi. Si immagina di nuovo una fase lunga di movimentismo nel quale raccogliere anche l'estrema destra. E già a Roma, davanti a Montecitorio, Casapound e Forza Nuova erano tornati al fianco della Lega e di Fratelli d'Italia".

"Mai insultato, mai minacciato, mai diffamato (e infatti non abbiamo ricevuto querele da parte sua). In realtà abbiamo fatto di peggio: lo abbiamo raccontato". E', invece, la risposta della direzione di Repubblica a Salvini pubblicata sul sito. Ed interviene anche il Cdr de 'L'Espresso' che esprime solidarietà ai colleghi esprimendo preoccupazione per il fatto che "tutto questo sia avvenuto nella manifestazione ufficiale di un partito che fino a poche settimane fa esprimeva il ministro dell'Interno".  "La critica non è una calunnia, ma l'espressione di un diritto politico garantito a tutti i cittadini - commenta il Cdr de Il Manifesto - e per i giornalisti è anche un diritto regolato dalla deontologia professionale. I politici che confondono questi piani, lasciano campo libero alle fake news e istigano all'odio per i giornalisti". "L'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini -  affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI - non solo non ha chiesto scusa al presidente Mattarella per le ingiurie scagliate da un suo parlamentare, ma ha anche trovato il modo di insultare di nuovo la redazione di Repubblica e Gad Lerner, affermando di essere stato diffamato e provocato dai cronisti. Può dirci quante denunce ha presentato e contro chi? Può farci sapere dove e quando ha vinto una causa per diffamazione? In questi anni ha adempiuto, in qualità di giornalista professionista, ai suoi obblighi in materia di deontologia e di rispetto delle differenze e delle diversità, come previsto dalla Carta costituzionale e dalla legge istituiva dell'Ordine professionale?".

Più soft rispetto all'attacco riservato dal Carroccio ai giornalisti di Repubblica, ma comunque critico, è il tono usato dall'ex ministro Gian Marco Centinaio": "Condanno, come il 99,9% dei leghisti, apertamente l'insulto a Gad Lerner per la sua fede religiosa. Ritengo però che le contestazioni per quanto affermato in passato su Salvini ci stanno eccome! Se i leghisti la disturbano perché venire a Pontida a provocare?". 

Solidarietà arriva invece dal centrosinistra e dal M5S. "Salvini continua il gioco perverso di legittimare pulsioni razziste e xenofobe", commenta Francesca Businarolo, presidente della Commissione Giustizia della Camera. "Frasi vergognose, insulti vomitati da chi, da settimane, dopo aver interrotto l'esperienza di governo, invoca la Democrazia per tornare al voto" è invece il giudizio del capogruppo del M5S in commissione Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli. "Le aggressioni, fisiche e verbali, avvenute ieri a Pontida nei confronti dei giornalisti Antonio Nasso e di Gad Lerner gettano questo Paese nel buio e vanno condannate senza se e senza ma", afferma Angelo Bonelli, coordinatore dell'Esecutivo Nazionale dei Verdi ed esponente di Europa Verde. "Bisogna distinguere tra i maleducati e un intero movimento politico" è invece l'appello del Governatore della Liguria Giovanni Toti.

 

 

 

 

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