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Cerciello Rega urlò: "Fermati siamo carabinieri"

E' il racconto del suo collega della notte dell'aggressione

"Fermati siamo carabinieri, basta". E' quanto avrebbe urlato il vice brigadiere Mario Cerciello Rega al giovane californiano durante l'aggressione mortale. A riferirlo il suo collega nell'annotazione sull'intervento contenuta nell'ordinanza di convalida del fermo dei due americani. "Il vice brigadiere Cerciello Rega, a breve distanza da me, - dice il collega - ingaggiava una colluttazione con l'altro giovane e ricordo di aver sentito le urla del mio collega che profferiva testuali parole: fermati siamo carabinieri, basta".

"Prima di accasciarsi ha detto mi hanno accoltellato", ha affermato Andrea Varriale, il carabiniere che era con il vicebrigadiere sul luogo dell'aggressione. 

Il gip: dagli indagati totale assenza di autocontrollo - Le condotte dei due "testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale". Lo afferma il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due cittadini californiani autori sell'omicidio del vicebrigadiere.

Nell'ordinanza viene sottolineata la "totale incosapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante i quali nessun dei due ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età".

Concreto il pericolo di reiterazione del reato alla luce "delle modalità e circostanze del fatto e in particolare della disponibilità di armi di elevata potenzialità offensiva", scrive il gip.

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