All'incirca 40 miliardi. Per non aumentare l'Iva e allo stesso tempo mettere in campo lo 'choc' fiscale evocato da Matteo Salvini le risorse necessarie sono sempre le stesse. Si partirebbe però da un 'tesoretto' di circa 4 miliardi cui aggiungere anche i risparmi di reddito di cittadinanza e quota 100, che potrebbero toccare i 3 miliardi. Risorse che si stavano accumulando per rispondere alla richiesta di correzione dei Conti di Bruxelles. Sarà da vedere se il governo imboccherà davvero la via indicata con forza dal leader della Lega, che implica un 'congelamento' della procedura di infrazione in attesa di vedere il nuovo piano italiano e gli effetti sulla crescita della scommessa del taglio delle tasse. O in alternativa la guerra totale con la Commissione Ue. Per la flat tax, stando alle dichiarazioni, servono tra i 10 e i 15 miliardi, che in parte potrebbero essere coperti con la 'trasformazione' in detassazione del bonus degli 80 euro. Sui conti pesano poi i 23 miliardi di Iva che devono entrare nelle casse dello Stato per mantenere il deficit sotto la 'linea rossa' del 3%. Usando la leva dell'indebitamento senza sforare i parametri, si potrebbe liberare un'altra decina di miliardi. All'appello mancherebbe comunque più di metà della 'dote' utile a sterilizzare l'Iva e a introdurre la tassa piatta per il ceto medio. Intanto con il varo del ddl per l'assestamento del bilancio, che va presentato alle Camere ogni anno entro fine giugno, il governo potrà registrare il 'tesoretto' degli incassi migliori del previsto, tra entrate fiscali e maxi-cedole, compreso il dividendo straordinario chiesto a Cdp, che è "prerogativa dell'azionista", come ha precisato l'ad Fabrizio Palermo. Si tratta di circa 3 miliardi di maggiori entrate, in cui va annoverato anche l'accordo con Kering da 1,25 miliardi, e poco più di due miliardi di dividendi, cui si aggiungerà anche la riserva di utili (794 milioni) che Cassa depositi e prestiti girerà al Tesoro con l'assemblea del prossimo 28 giugno. In tutto circa 6 miliardi da cui però vanno 'scontati' circa 2 miliardi di maggiori spese cui il governo ha già annunciato di dover fare fronte sempre in sede di assestamento. Restano quindi 4 miliardi da destinare alla causa dell'Ue o della 'manovra subito'.
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