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Bus Erasmus: regole Ue, mai più di 9 ore alla guida. Le tecnologie contro i colpi di sonno

Almeno 11 ore di riposo consecutive nell'arco di 24 ore

 Mai più di 9 ore di seguito alla guida e almeno 11 ore di riposo consecutive nell'arco di 24 ore, nessuna possibilità per le imprese di prevedere premi o aumenti di stipendio in base alle distanze percorse dai conducenti, responsabilità degli autisti estesa alle imprese in caso di incidenti o violazioni alle norme. E' il regolamento europeo 561/2006 a dettare le regole del trasporto su strada nell'Unione europea. Un regolamento - entrato in vigore in Italia ad aprile del 2007 - che si poneva tre obiettivi: armonizzare le condizioni di concorrenza, migliorare la sicurezza stradale e le condizioni di lavoro degli operatori del settore.

PERIODI DI GUIDA E DI RIPOSO: E' il punto più importante del regolamento. La direttiva afferma che il periodo di guida effettiva non può superare le 9 ore giornaliere, estese fino a 10 ore non più di due volte la settimana. Quello settimanale, invece, non deve superare le 56 ore e, complessivamente, in due settimane consecutive, le 90 ore. Nell'arco delle 24 ore il conducente deve effettuare un periodo di riposo giornaliero di almeno 11 ore consecutive o di 12 ore frazionabile in due periodi (3 + 9). Dopo un periodo di guida di 4,5 ore, inoltre, l'autista deve osservare una pausa di almeno 45 minuti consecutivi o due interruzioni, di almeno 15 e 30 minuti. Il periodo di riposo dopo 6 giorni di lavoro deve essere di quasi 2 giorni (45 ore). "Il mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo - spiegano alla Polizia Stradale - è una delle maggiori violazioni che riscontriamo in Italia, assieme al superamento dei limiti di velocità e alle inefficienze su dispositivi, come pneumatici e sistemi di illuminazione". Quanto al secondo autista a bordo, dice la Polstrada, "l'obbligo riguarda il tempo di guida e riposo: se si vuole andare oltre le 9 ore di guida, deve esserci a bordo un altro conducente, ma non c'è obbligatorietà. Sono le aziende a decidere se preferiscono far fermare l'autista o se prevederne un secondo".

IMPRESE: La responsabilità del trasportatore, dice il regolamento, deve essere estesa alle imprese di trasporto "senza peraltro escludere la possibilità di agire contro le persone fisiche che hanno commesso l'infrazione". Alle aziende, inoltre, viene esplicitamente vietato di aumentare lo stipendio degli autisti in base ai chilometri percorsi poiché tale pratica "incoraggia a violare il regolamento a mettere a repentaglio la sicurezza stradale.

APPARECCHI DI CONTROLLO E CINTURE SICUREZZA: per i mezzi vige l'obbligo di avere un cronotachigrafo o un tachigrafo digitale. "Sia sulle vecchie dotazioni analogiche sia su quelle digitali - spiegano i poliziotti - assistiamo a tentativi di alterazione. Ma abbiamo dei software che ci consento di individuare le anomalie dietro le quali si celano le manomissioni". L'azienda proprietaria del mezzo deve inoltre tenere un registro - che va conservato per un anno - sul quale vengono annotati tutti i dati del conducente relativi agli ultimi 28 giorni. Tutti i mezzi immatricolati dopo il 2006, infine, devono avere le cinture di sicurezza anche per i passeggeri. E l'azienda proprietaria deve segnalare a bordo l'obbligo di utilizzo.

SANZIONI: Il regolamento lascia ai singoli paesi la scelta delle sanzioni, raccomandando che siano "effettive, dissuasive, proporzionate e non discriminatorie". "Tanti aspetti - spiegano ancora dalla Polstrada - sono stati normati e c'è ormai una certa omogeneità a livello europeo, ma per quanto riguarda le sanzioni non c'è ancora armonizzazione".

UN SETTORE CHE VALE 2 MILIARDI ALL'ANNO: Solo nel nostro paese, secondo i numeri dell'Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori (Anav) ci sono 3.690 imprese e 27.036 autobus, di cui 3.692 scuolabus. Il fatturato annuo del settore è di 2 miliardi, 316 dei quali (15,8%) prodotti dal trasporto turistico di studenti, vale a dire le gite scolastiche e i viaggi di istruzione).

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