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La criminologa: la violenza sulle donne non si estingue per legge

La criminologa: la violenza sulle donne non si estingue per legge

Isabella Merzagora, 'crisi economica non aiuta armonia famiglia'

ROMA, 15 giugno 2016, 12:37

Redazione ANSA

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Femminicidio:appello su social,esponete oggetti colore rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Femminicidio:appello su social,esponete oggetti colore rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA
Femminicidio:appello su social,esponete oggetti colore rosso - RIPRODUZIONE RISERVATA

   "Qualcuno si era illuso che con una legge, qualche nuova norma, il fenomeno della violenza sulle donne si estinguesse: non è così, e i fatti di queste ore lo dimostrano". Isabella Merzagora, presidente della società italiana di criminologia e docente all'Università di Milano, commenta così con l'ANSA le tre aggressioni, due mortali, a donne avvenute in poche ore.
  
   "Le ragioni di questo fenomeno sociale - spiega - sono ataviche, non ultimo il fatto che indubbiamente le donne sono più inclini al perdono e alla oblatività degli uomini". Dunque sopportano, riprendono in casa i violenti, sperano nel cambiamento. "Da qui la tendenza a non denunciare o, spesso, a ritirare la denuncia contro il partner violento - aggiunge la criminologa - Questo agire spesso causa, in più, una sorta di colpevolizzazione della vittima, il 'non si è difesa', mentre la realtà è che queste donne non vengono adeguatamente sostenute e accompagnate nel percorso di liberazione dal carnefice".

    Inoltre, sottolinea Merzagora, "c'è da tenere presente la situazione economica della donna, spesso non in grado di sostenere da sola se stessa e la prole". Insomma "le donne - dice - continuano a rappresentare la fascia debole della società, lo dicono anche le statistiche sull'occupazione e sulle retribuzioni, che a parità di lavoro per loro sono sempre inferiori". Secondo Merzagora poi "la crisi economica che da anni stiamo vivendo non migliora la situazione. La mancanza di denaro non ha mai aiutato l'armonia familiare" sottolinea. Ai violenti patologici si sommano "gli uomini che - dice - hanno perso il lavoro, che si trovano a non avere più un ruolo sociale, frustrati che arrivano a fare ricorso a droga o alcol".

    "E' necessario - conclude la criminologa - puntare sui centri di ascolto e soccorso, ad esempio a Milano da anni ne esiste uno molto efficiente, potenziali o realizzarli in quelle realtà in cui non esistono. La rete familiare è ormai un lontano ricordo e dunque è necessario provvedere ad un aiuto esterno che supporti la donna vessata".
    Nel 2015, secondo i dati del Ministero dell' Interno, ci sono stati 411 omicidi volontari, di cui il 31,14% con vittime donne.

    Dunque, sono stati 127 i casi di donne uccise, in leggero calo rispetto al 2014, quando erano state - dati Eures - ben 152. Il 66,3% dei femminicidi domestici censiti in Italia tra il 2000 e il 2013 (1.122 vittime in valori assoluti) - secondo il Rapporto Eures - e' direttamente riferibile ad una relazione di coppia, con una prevalenza della relazione coniugale o di convivenza (714 vittime, pari al 42,2% degli eventi censiti), una quota significativa di donne uccise da partner o amanti (292, pari al 17,3%) ed una piu' contenuta da ex coniugi o ex partner (116 vittime, pari al 6,9%).
   

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