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Padre Rovo, l'angelo custode del Capitano Ultimo

Padre Rovo, l'angelo custode del Capitano Ultimo

Francescano, si occupa della Casa Famiglia nella tenuta della Mistica

11 maggio 2015, 11:43

Martino Iannone e Ettore Ferrari

ANSACheck

Capitano Ultimo: per notizie rete e web Iannone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Capitano Ultimo: per notizie rete e web Iannone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Capitano Ultimo: per notizie rete e web Iannone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Padre Rovo, frate francescano, è l’angelo custode e braccio destro fidato del Capitano Ultimo nella tenuta della Mistica. Tra i suoi impegni, c’è la Casa Famiglia, il cuore intorno al quale ruota tutta l’attività dell’Associazione ‘I volontari di Capitano Ultimo’.


“Qui nella tenuta della Mistica - spiega il francescano - abbiamo creato una casa famiglia dove sono ospiti 8 minori: il più piccolo oggi ha 8 anni, la più grande quasi 18. Vengono tutti da situazioni difficili, da famiglie in difficoltà. Sono stati accolti e sono seguiti nella loro vita ora normale. In più abbiamo aperto un centro diurno del penale, ovvero per ragazzi che hanno già avuto a che fare con la Legge. Vengono qui la mattina e vanno via la sera. Il tutto rientra in un progetto più ampio che abbiamo chiamato “Sopravvivenza”. E’ un progetto ambizioso quello che ci siamo dati, vuol dire aiutare e far sopravvivere chi non ce la fa. Questi ragazzi, pur nella loro difficoltà, pur scontando una pena alternativa al carcere, creano sopravvivenza nei vari laboratori di pane, pizza, pasticceria, pelletteria, ferro battuto, falegnameria, cucina, area verde dove producono tra l’altro tisane e oli essenziali. Sono tutti laboratori che creano un reddito e di conseguenza sopravvivenza per le persone che sono in estrema difficoltà, famiglie che arrivano e che non ce la fanno più. Sono famiglie, persone che accogliamo, alle quale non chiediamo da dove vengono ma soprattutto quello che sanno fare per gli altri, perché crediamo che nessuno è così povero da non poter dare più nulla agli altri. E così è successo che qualcuno ha scoperto una passione che portava dentro da sempre e ora aiutano altre persone a sopravvivere. Tutti questi aiuti che riusciamo a dare vengono distribuiti la domenica, a messa. Per noi è una preghiera continua, la preghiera non si limita a quella mezz’ora in chiesa, ma è tutti i giorni,. È concretamente cercare di sfamare la gente che ha fame. Si fa sia con la preghiera che dando un piatto di pasta”.

Tutte le attività sono realizzate da volontari, ragazzi di case famiglia, minori detenuti, persone diversamente abili, migranti ospiti dei centri di accoglienza e persone con disagio sociale o psichico. Un prezioso alimento che qui lavorato è il pane del mendicante è realizzato con lievito madre , farina integrale e cotto a legna.

“Per sostenere l’associazione il mondo più semplice è venire qui a mangiare – continua Padre Rovo - perché abbiamo aperto un ristorante-pizzeria, siamo aperti dal giovedì alla domenica. Il giovedì sera ospitiamo una cucina somala fatta da un gruppo di somali accolti non come individui ma come popolo somalo, come popolo che è scappato da una guerra ingiusta e che ha chiesto aiuto a noi. Quindi uno viene qui, prenota, ed è il mondo più concreto e immediato per aiutarci”.

E proprio riguardo alla Somalia, l’associazione del Capitano Ultimo lancia un appello: “Nel ricordo del legame profondo che unisce l' Italia alla Somalia, promuoviamo e chiediamo – gridando - la doppia cittadinanza per italiani e somali; l' abolizione delle frontiere tra le due Nazioni, sgravi fiscali del 80% per chi vuole avviare un' impresa. Vacanze di 15 giorni gratis per i ragazzi delle scuole medie delle due nazioni”.

 

 

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