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Medio Oriente, ministri Ue: etichette 'anti-coloni'. Israele attacca: metteteci stella gialla

Proposta di 16 paesi contro "l'espansionismo illegale" in Cisgiordania. Lieberman: mossa ipocrita

Potrebbero metterci sopra "una stella gialla...". Così il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman commenta l'intenzione dei paesi Ue, ribadita in una lettera al capo della diplomazia europea Mogherini, di etichettare i prodotti degli insediamenti in Cisgiordania. Una mossa "ipocrita e cinica" commenta il ministro.

Lieberman - che ha cosi' paragonato la mossa Ue alla pratica con cui i nazisti identificavano gli ebrei durante la Shoah - ha poi detto che invece in Europa l'uccisione e l'espulsione dei palestinesi dalla Siria ad opera dell'Isis "passava pacificamente". "Nessun ministro degli Esteri europeo - ha detto alla radio, citata dai media - ha chiesto una riunione di emergenza dei diplomatici Ue o del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Tranne pochi comunicati pubblici, nient'altro è stato fatto". Il ministro ha anche sottolineato la presenza della minaccia nucleare iraniana e quella della crisi nello Yemen, ammonendo l'Ue dallo scegliere in questi frangenti di focalizzarsi su Israele.

 

Ultimo avviso dalle cancellerie europee ai coloni israeliani e al governo Netanyahu. L'Ue vuole far ripartire il processo di pace in Medio Oriente evocando tutte le pressioni possibili su Israele, la cui "continua espansione di insediamenti illegali" nei territori occupati "minaccia la prospettiva di un accordo finale e giusto". E tra gli strumenti di pressione va messo in atto quello di imporre, ai prodotti israeliani esportati in Europa, un'etichettatura anti-coloni, che indichi chiaramente la provenienza delle merci dai territori occupati in modo che "i consumatori europei non siano forviati da false indicazioni". E' il senso di una lettera inviata lunedì scorso all'Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, dai ministri degli esteri di 16 paesi Ue compresi Italia, Francia, Spagna, Olanda e Belgio (ma non Germania). Nella lettera i ministri ribadiscono che l'etichettatura può essere "un passo importante nella piena attuazione" della "soluzione dei due stati", da sempre sostenuta dalla Ue. Non casuale la scelta della data di invio della lettera, a due anni esatti dal 13 aprile 2013 in cui la Ue pubblicò le "linee guida" preparate dalla predecessora della Mogherini, Catherine Ashton, in cui tra l'altro si raccomandava l'esclusione dai finanziamenti europei previsti dagli accordi con Israele di tutte le entità israeliane basate nei territori occupati, compreso il blocco di "borse di studio, premi e risorse finanziarie" legate ai progetti di partnership per la ricerca prevista nel programma 'Horizon 2020'. Una linea ribadita dal Consiglio anche nel novembre scorso. Nella lettera di lunedì scorso è espresso poi apprezzamento per il "rinnovato impegno" della Ue a sostegno del processo di pace, mostrato da Mogherini "sin dal suo insediamento" e "in particolare per l'impegno personale" sul tema. Un impegno dimostrato anche con l'iniziativa di nominare il diplomatico italiano Ferdinando Gentilini come inviato dell'Unione nel Quartetto, proprio allo scopo di rivitalizzare il negoziato. I 16 chiedono ora alla vicepresidente italiana della Commissione di "prendere la guida" direttamente del processo di attuazione del regolamento necessario per il sistema di etichettatura di provenienza dalle colonie israeliane fuori dei confini del 1967. Secondo quanto auspicato anche dal Parlamento europeo.

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