La profezia dell'amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, è che "non avremo più un problema di energia" dopo la transizione. Il punto è come arrivarci, visto che, dice il manager in un forum ANSA Incontra, "se in Italia vogliamo raggiungere l'obiettivo del 55% di energia elettrica da rinnovabile nel 2030, dobbiamo quadruplicare la velocità di istallazione".
La prima richiesta dell'a.d. della multiutility al governo è quindi quella di concentrarsi sul rimuovere le condizioni che non consentono lo sviluppo delle aziende sane e sostenibili, rimettendo mano ai decreti semplificazione e affrontando la sindrome Nimby per cui i cittadini tendono a opporsi alla realizzazione di impianti, per esempio per i rifiuti, sui loro territori. Poi vengono gli altri progetti del recovery plan per i quali, con Utilitalia, A2A ha proposto un piano da 3,1 miliardi di euro. "Possono essere utili per accelerare o per abilitare alcuni investimenti e, in alcuni casi, per ridurre le tariffe", osserva Mazzoncini sottolineando che sono fondi che andrebbero ad aggiungersi al piano industriale della società da 16 miliardi in dieci anni. Sul tema dei possibili aumenti dei costi dell'energia legati alla transizione interviene, nel corso del forum ANSA, anche il presidente dell'Autorità per energia reti e ambiente-Arera, Stefano Besseghini, che sottolinea come il piano possa "mitigare e tenere sotto controllo questi rischi" e l'importanza, proprio per questo, che la regolamentazione affianchi la programmazione politica. Besseghini risponde anche a Mazzoncini sul tema delle autorizzazioni dicendo che va bene ottimizzare e minimizzare i processi ma, senza una buona programmazione, "nessun processo autorizzativo sarà sufficientemente veloce". In generale, nei fondi europei, il presidente dell'authority vede un'opportunità per "ricucire il Paese" e colmare i gap territoriali, a partire dai rifiuti. In questo campo, A2A ha vinto la gara in Campania per smaltire 6 milioni di tonnellate di ecoballe e prevede, se ci saranno le condizioni regolatorie, di realizzare impianti per i rifiuti anche al Centro e al Sud. A oggi le ecoballe, una volta trattate, "le stiamo piazzando sul mercato europeo", racconta l'a.d. Mazzoncini che definisce A2A "un'azienda italiana che ha per mercato domestico l'Europa". In questa prospettiva, il manager guarda con curiosità all'Opa di Veolia su Suez, con cui A2A ha un accordo per la gestione dei rifiuti industriali. "In Francia si stanno scazzottando, sono molto curioso di vedere come va a finire, ma non credo - dice Mazzoncini - che abbia impatto sulle nostre strategie".
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A2a