Terremoto: 50 residenti,no ricostruzione Arquata a Piedilama
Lettera 50 persone. Sindaco, triste, mai comunità 'disgregata'

(ANSA) - ARQUATA DEL TRONTO, 27 APR - Rischia di scatenare
profonde tensioni sociali la ricostruzione di Arquata del Tronto
(Ascoli Piceno) paese duramente colpito dal sisma del 2016 che
ha seminato morte e distruzione. Nei giorni scorsi una
cinquantina di persone, proprietarie di immobili a Piedilama,
hanno scritto una lettera al commissario straordinario Giovanni
Legnini, al ministro Dario Franceschini, al presidente della
Regione Francesco Acquaroli, all'assessore regionale alla
Ricostruzione Guido Castelli, alla Provincia, ai sindaci del
territorio, lamentando la scelta di dislocare nella loro
frazione le abitazioni che non possono essere ricostruite a
Pescara del Tronto, completamente distrutta, dove si registrò un
altissimo numero di vittime.
"Ci troviamo di fronte ad una scelta scellerata da parte del
Comune che, se non fermata, comporterà per Piedilama una
cementificazione selvaggia, l'aumento abnorme della popolazione"
hanno scritto, chiedendo "perché la delocalizzazione non possa
interessare, in pari modo, anche tutte le altre frazioni di
Arquata, di modo che l'impatto finale sia maggiormente
sostenibile per tutti".
Indignata la replica del sindaco di Arquata Michele Franchi.
"E' una lettera triste per tutta la comunità arquatana quella
firmata da 50 residenti che definisco fantomatici poiché la
stragrande maggioranza non vi risiede. Soprattutto perché sono
state messe in difficoltà persone che hanno avuto, a causa del
terremoto, gravissime perdite. Mai l'amministrazione comunale
permetterà che vi sia una diaspora, con i residenti di Pescara
del Tronto disgregati nelle varie frazioni", afferma il sindaco.
Franchi spiega perché la scelta è caduta su Piedilama:
"diciamo innanzitutto che si tratta di una parte esterna a
Piedilama, di cui solo il 41% rientra nel Parco dei Sibillini;
il paese resta 'com'era e dov'era'. In alcuni terreni periferici
alla frazione - prosegue - è prevista la parziale
delocalizzazione della frazione di Pescara; una scelta scaturita
da un lungo e partecipato percorso tenuto conto che il
territorio nostro non è come quello di Amatrice, ma è molto
impervio e quell'area, inserita nel piano regolatore della
Provincia di Ascoli, è tra le poche idonee, già urbanizzata e
con la strada vicina". Il piano verrà presentato il 9 maggio e
tutti avranno 30 giorni per le osservazioni. "Quelle corrette
verranno prese in considerazione. Mi spiace però che ci sia chi
pensa di disgregare le persone, chi vorrebbe una diaspora.
Questo tipo di osservazioni certamente non verrà presa in
considerazione". (ANSA).
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